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L'immagine e l'immaginazione, la natura umana tra percezione e conoscenza

Il rapporto tra immagine e immaginazione è stato trattato nei secoli, nella storia da svariati filosofi, artisti, religiosi, letterati, (da Aristotele a Sartre, Platone e Kant, ecc), propensi verso una ricerca conoscitiva di tale argomento. Molti, nel loro cercare hanno apportato ipotesi e tesi su come e quanto l’immagine sia strettamente connessa all’immaginazione, partendo dallo studio dell’uomo e delle sue capacità intellettive e sensoriali, astrattive, sia rispetto al suo Io e sia verso il mondo esterno.
Con il presente progetto s’intendono interrogare la natura e i limiti dell’immagine, concentrandosi sulla capacità dell’immagine, sulla possibilità di valersene per descrivere il reale, fondendo le prospettive e le competenze tanto storico - artistiche quanto esteto - logiche, psicologiche.
L’immaginazione è fondamentale per qualsiasi creazione, l’essere umano la possiede sin dalla nascita, fin da bambino. Essa è indipendente dalla vista, perché anche i non vedenti sviluppano una propria immaginazione, non basandosi su immagini, ecco perché ho approfondito quest’aspetto, per evidenziare e non limitare le potenzialità di un’abilità che è ormai una forma assopita dell’uomo, troppo concentrato a vedere ciò che gli viene proposto di fronte ai suoi occhi, ma che spesso e volentieri ingloba la sua mente nei meccanismi di “assuefazione da immagine”. Ne è prova l’ultimo traguardo dell’era d’internet, Facebook, portale in cui si comunica e si sceglie di farlo solo attraverso profili, ossia immagini, video, link, ecc. Sta cambiando il modo di rapportarsi, l’immagine di ciò che siamo, l’immagine è ciò che si vuole promuovere; ma siamo fatti solo di Immagine? Scopo della ricerca è quello di delineare una linea di demarcazione che consenta la messa in evidenza dello statuto dell’immagine nella contemporaneità.
La ricerca si articolerà quindi su diversi piani: la teoria dell’immagine e dell’immaginazione e della loro forma; l’analisi dei linguaggi dell’immagine (storia dell’arte, letteratura, e inoltre fumetti, cinema, televisione, ecc.) e delle loro grammatiche come modi del dire - pensare dell’immagine stessa.
Dal punto di vista epistemologico, la riflessione estetica sulle arti e le neuroscienze consentirà di discutere il problema dell’immagine e della visione dal lato della percezione visiva e da quello della conoscenza. Un’analisi approfondita e sistematica dei processi che sono alla base dell’elaborazione dell’informazione visiva e della formazione di molteplici immagini mentali, che s’inserisce a pieno in una teoria dell’immaginale e dell’immaginazione, ha un valore analitico, sistematico e dinamico.
La nostra vita intellettuale, la nostra coscienza, la nostra affettività sono inscindibili dalle mediazioni immaginative, le cui proprietà permettono di distinguere più o meno la natura delle cose. In ogni comportamento umano, il ruolo della memoria, da quella recente a quella remota, combinandosi con l'esperienza percettiva, flusso continuo del nostro esistere, genera immagini e non solo visive. Immagini che esistono per se stesse, immagini autonome la cui funzione simbolica ci aiuta a interpretare, a decifrare, a consolidare la nostra conoscenza. L'immagine mentale è un mezzo di comunicazione che, quando si trasforma in oggetto reale, come nell'opera d'arte, favorisce l'incontro degli uomini. In tutte le discipline umane, nella Medicina come nella Fisica e nella Matematica, nella Filosofia come nella Psicologia e nell'Arte, l'attività immaginativa riveste un ruolo di vitale importanza. Il bambino è capace di immaginare e fantasticare già in tenera età e dell'immaginazione si avvale nei suoi giochi trasformando il mondo reale per ridurlo ai suoi bisogni. Immagini di ogni genere guidano le tecniche terapeutiche, soprattutto quelle che utilizzano l'interpretazione. L'individuo che sa immaginare è, sia pure al suo livello, un individuo creativo. Dobbiamo a questa eccezionale capacità umana le opere che sfidano il tempo. Questa tesi è stata rivolta principalmente a stimolare, accrescere e, comunque, favorire una coscienza critica riguardo a un’espressione e a un linguaggio che esce un po’ dalla norma del mondo delle comunicazioni di massa.
Occorrono delle immagini per fare la storia, soprattutto nella nostra epoca proliferante di tecnologie mass-mediali. Ma ci vuole l’immaginazione per rivedere le immagini e, dunque, per ripensare la storia.

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Premessa Lo stimolo da cui parte questo studio è la società, in cui esiste un ampio prisma d’immagini. Questo prisma ha assunto un valore tale da subordinare quella capacità intrinseca nell’uomo, l’immaginazione, ovvero la proprietà di percepire, di creare delle immagini mentali proprie. Vi è una passività delle immagini, o meglio il nostro modo di apprenderle è passivo, non percepiamo. Al contrario l’immaginazione è attiva perché si serve di noi stessi, del nostro senso interno e dei cinque esterni per generare immagini. Il rapporto tra immagine e immaginazione è stato trattato nei secoli, nella storia da svariati filosofi, artisti, religiosi, letterati, (da Aristotele a Sartre, Platone e Kant, ecc), propensi verso una ricerca conoscitiva di tale argomento. Molti nel loro cercare hanno apportato ipotesi e tesi su come e quanto l’immagine sia strettamente connessa all’immaginazione; che tipo d’immagini e immaginazione vi possono essere, partendo dallo studio dell’uomo e delle sue capacità intellettive e sensoriali, astrattive, sia rispetto al suo Io e sia verso il mondo esterno. Con il presente progetto s’intendono interrogare la natura e i limiti dell’immagine, concentrandosi sulla capacità dell’immagine, sulla 6   

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