Sardigna no est Italia. Storia del movimento indipendentista sardo
Oggetto del presente lavoro è l’analisi del movimento indipendentista sardo. Si è cercato di focalizzare l’attenzione soprattutto sull’esperienza di quei movimenti che, a partire dal secondo dopoguerra, hanno individuato nella creazione di una repubblica sarda indipendente la strada da seguire per garantire all’isola il riscatto sociale, economico e culturale dopo oltre 400 anni di “dominazione straniera”. L’idea che la Sardegna rappresenti un qualcosa di diverso e separato rispetto all’Italia, base di ogni ragionamento indipendentista, è suffragata da alcuni elementi culturali e geografici, in primis la diversità culturale e linguistica e la posizione geografica. Proprio su tali fattori gli indipendentisti contemporanei basano le proprie argomentazioni e fondano la propria battaglia politica.
Nel primo capitolo sono stati ricostruire le vicende politiche della Sardegna dal 1409, data scelta perché in seguito alla sconfitta nella battaglia di Sanluri ebbe inizio la dominazione aragonese, all’avvento del fascismo. Particolare attenzione si è prestata al periodo sabaudo iniziato nel 1718 e caratterizzato dai moti rivoluzionari del 1793-1796, dal tentativo antifeudale di Giovanni Maria Angioy, dalla congiura borghese del 1812 e dalla “fusione perfetta” del 1847 con la quale l’isola legava definitivamente i propri destini al Piemonte. La successiva partecipazione della gioventù sarda alla prima guerra mondiale portò alla nascita del movimento dei combattenti, nucleo dal quale nel 1921 nacque il Partito sardo d’azione, prima organizzazione politica dichiaratamente sardista, ma di impostazione autonomista. Partito che in seguito all’avvento del fascismo venne, al pari degli altri, messo al bando.
Nel secondo capitolo l’attenzione si è concentrata sul periodo del secondo dopoguerra, analizzando le esperienze della Lega Sarda, del Partito comunista di Sardegna e del Partito sardo d’azione; movimenti che, seppure in maniera differente, si avvicinarono alla causa indipendentista.
La concessione dello Statuto speciale alla Sardegna fece cadere nel dimenticatoio la battaglia indipendentista che solo a partire dagli anni Sessanta, grazie alla figura di Simon Mossa e all’esperienza del neosardismo tornò d’attualità nella società civile e all’interno del Partito sardo d’azione. La confluenza di molti attivisti neosardisti all’interno del Partito sardo d’azione, sul finire degli anni Settanta, fu uno dei fattori che permise al partito che fu di Lussu di raggiungere i migliori risultati elettorali della propria storia.
Nel terzo capitolo infine sono stati analizzati i movimenti attualmente attivi sulla scena politica e impegnati nella causa indipendentista: Sardigna Natzione Indipendentzia, movimento fondato nel 1994 e di impostazione progressista, Indipendentzia Repubrica de Sardigna, nato dopo la fuoriuscita di alcuni dirigenti da Sardigna Natzione e A Manca pro s’Indipendentzia, organizzazione della sinistra marxista sarda; partiti ancora in cerca di una significativa affermazione elettorale ma molto attivi a livello locale e impegnati sul territorio.
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Paradiso |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Alessandro Volpi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 72 |
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FAQ
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