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Linguaggi di sartorialità. La comunicazione di Pret-à-Porter e Haute Couture in Federico Sangalli

Quirino Conti nel suo saggio Mai il mondo saprà (Feltrinelli, 2005) definisce la Haute Couture un linguaggio difficile, elitario, creato dal couturier come lingua culturale. Il Pret-à-Porter è invece l’altra faccia della medaglia: un’espressione multipla, seriale, comprensibile e aperta al mondo. Questo il punto di partenza di un’analisi che affronta in modo trasversale i vari ambiti strettamente connessi al settore - quello storico, quello sociologico, quello economico-finanziario – per concentrarsi poi in modo specifico su quello della comunicazione nei suoi aspetti linguistici. Focus privilegiato di indagine è la realtà stilistica, comunicativa e, non in ultimo, aziendale di Federico Sangalli, significativa perché offre la possibilità di seguire in anni recenti il passaggio generazionale alla direzione creativa di un atelier milanese storico. Poter essere testimoni di una successione al vertice dal fondatore a un altro stilista, in questo caso comunque interno alla famiglia proprietaria, è infatti episodio più unico che raro. Tanto più prezioso in quanto permette di analizzare due modi di pensiero e di approccio alla moda profondamente differenti. La mentalità coltivata al riparo delle mura del proprio atelier, mantenendo in vita l’eccellenza sartoriale italiana e producendo un prodotto Alta Moda, è messa a confronto con quella della nuova generazione, aperta alla comunicazione delle proprie collezioni, alla loro produzione industriale e a una loro distribuzione esterna. La scelta di assumere il caso Federico Sangalli come oggetto di studio è inoltre dovuta alla linea intrapresa dallo stilista atta a stabilire un connubio tra tradizione e innovazione, mediante una trasposizione di elementi di Haute Couture tradotti in chiave attuale nei capi di Pret-à-Porter.
Il testo proposto, che si focalizza soprattutto sul linguaggio e sulla comunicazione delle linee di Haute Couture e di Pret-à-Porter, si snoda lungo l’arco di tre capitoli. Ciascuno di essi è strutturato in due sezioni: una generale che approfondisce il taglio di indagine preso in considerazione e l’altra riguardante l’applicazione al caso Sangalli.
Nel primo ci si sofferma sulla ricostruzione storica delle vicende che dalla fase degli atelier hanno condotto alla formazione dell’industria del ready-to-wear in Italia, confrontando la situazione del nostro paese con quella di Francia, Inghilterra e America. Dopo una breve analisi dello sviluppo del settore moda a Torino, Firenze, Roma e Milano, l’indagine si è concentrata sulla descrizione della struttura interna di un laboratorio di sartoria. La parte finale è invece dedicata all’esposizione della storia dell’Atelier Sangalli, tracciandone il percorso dalle origini allo stato attuale.
Il secondo capitolo fornisce i risultati di uno studio sulla comunicazione della moda, distinguendo nello specifico le peculiarità delle strategie comunicative di Haute Couture e di quelle di ready-to-wear. L’analisi di tutti gli strumenti presentati in questa sezione viene successivamente applicata alla comunicazione delle due linee di Federico Sangalli. Essa è poi intervallata da ampi virgolettati, tratti da un’intervista svolta per la presente ricerca e riportata integralmente in appendice, in cui lo stilista spiega le tappe della sua strategia comunicativa.
Il terzo capitolo nasce con lo scopo di capire come al giorno d’oggi sia possibile coniugare la tradizione e l’innovazione. In un primo momento lo si verifica da un punto di vista creativo. L’evoluzione stilistica di storiche case di moda quali Balenciaga, Balmain, Vionnet e in ultimo Sangalli, è considerata a partire da un excursus in cui si evidenzia come l’entrata in gioco della finanza, a fine anni ’80, abbia influito sulla scelta di una casa di moda di propendere per una via di rispetto della tradizione o per una di completa innovazione. La seconda e ultima parte si apre invece a una prospettiva linguistica. Il materiale di comunicazione di Federico Sangalli è studiato mettendo in luce le differenze che intercorrono tra i comunicati stampa e gli inviti dell’Alta Moda e del Pret-à-Porter in relazione a organizzazione testuale, registri usati e campi semantici dominanti. L’indagine in tale direzione è volta a capire se la comunicazione del brand riflette a livello linguistico il connubio tra tradizione e innovazione che si riscontra in ambito stilistico.

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  Introduzione Quirino Conti nel suo saggio Mai il mondo saprà (Feltrinelli, 2005) definisce la Haute Couture un linguaggio difficile, elitario, creato dal couturier come lingua culturale. Il Pret-à-Porter multipla, seriale, comprensibile e aperta al mondo. Questo il punto di partenza di un elaborato volto a esplorare, sotto varie prospettive, questi due universi del mondo affronta in modo trasversale i vari ambiti strettamente connessi al settore - quello storico, quello sociologico, quello economico-finanziario per concentrarsi poi in modo specifico su quello della comunicazione nei suoi aspetti linguistici. Focus privilegiato di indagine è la realtà stilistica, comunicativa e, non in ultimo, aziendale di Federico Sangalli, significativa perché offre la possibilità di seguire in anni recenti il passaggio generazionale alla direzione creativa di un atelier milanese storico. Poter essere testimoni di una successione al vertice dal fondatore a un altro stilista, in questo caso comunque interno alla famiglia proprietaria, è infatti episodio più unico che raro. Tanto più prezioso in quanto permette di analizzare due modi di pensiero e di approccio alla moda profondamente differenti. La mentalità coltivata al riparo delle mura del proprio atelier italiana e producendo un prodotto Alta Moda, è messa a confronto con quella della nuova generazione, aperta alla comunicazione delle proprie collezioni, alla loro produzione industriale e a una loro distribuzione esterna. La scelta di assumere il caso Federico Sangalli come oggetto di studio è inoltre dovuta alla linea intrapresa dallo stilista atta a stabilire un connubio tra tradizione e innovazione, mediante una trasposizione di elementi di Haute Couture tradotti in chiave attuale nei capi di Pret- à-Porter. Un periodo di stage onsapevoli di portare avanti una realtà di eccellenza, basata su valori e patrimoni tecnici consolidati. Durante questo periodo è cresciuto in me il desiderio di 3

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