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Gruppo e gioco d'azzardo

Il presente lavoro si propone di indagare come il trattamento di gruppo vada ad agire sulle dinamiche del gioco d’azzardo patologico.
Per comprendere il significato e l’importanza della terapia di gruppo per questi pazienti, è bene provare a chiedersi perché un individuo arrivi a “scegliere” di dipendere proprio dal gioco d'azzardo.
Il gioco, con il suo andamento altalenante vincita-perdita, illusione-realtà, concretizza l'instabilità dei vissuti e delle esperienze dell'individuo, tipica anche dei pazienti borderline. Questi ultimi avvertono l’instabilità che li circonda e li pervade e sono alla continua ricerca di rapporti intensi ma superficiali, che si muovono lungo passaggi veloci di idealizzazioni e svalutazioni, svuotando completamente il soggetto.
Instabilità dell’immagine di Sé, frequenti oscillazioni del tono dell’umore, disturbo dell’identità e mancanza di controllo degli impulsi sono alcune delle caratteristiche di questa struttura di personalità.
Il borderline, ponendosi tra lo psicotico e il nevrotico, non è in grado di trovare un appiglio concreto a tale instabilità, mentre il giocatore patologico vive la propria mancanza di equilibrio nel gioco: tra vincita e perdita, tra sogno e realtà, tra sentito e pensato, il soggetto dipendente dal gioco organizza la propria esperienza in modo da spostare il proprio senso di vuoto e di mancanza di sicurezza sul gioco.
Nel gruppo il giocatore avverte la sensazione di essere svuotato dalla totalità che si crea nel divenire gruppale, ma nello stesso tempo sente che tale esperienza lo arricchirà e gli consentirà di non avere più bisogno di un “oggetto” da cui dipendere.
Il gruppo dà un equilibrio all’instabilità della patologia, fermando progressivamente il movimento altalenante che caratterizza questa tipologia di pazienti.
Naturalmente, la condizione del paziente borderline è ben diversa da quella del giocatore patologico, essendo quest’ultimo caratterizzato da un funzionamento, in fin dei conti, limitato nel tempo e relativo a determinate circostanze.
Il percorso di questa tesi, che inizia dalla descrizione storica e nosografica del fenomeno, passa attraverso i modelli interpretativi che lo riguardano e si conclude con il focus sulle terapie di gruppo, è attraversato e permeato dal concetto stesso di “gruppalità”: l’idea che si vuole trasmettere è quella di una lettura che vada oltre l’ambito strettamente terapeutico, e si ponga un po’, per così dire, “sopra le righe”.

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4 Introduzione. Perché il gioco d’azzardo? Il presente lavoro si propone di indagare come il trattamento di gruppo vada ad agire sulle dinamiche del gioco d‟azzardo patologico. Per comprendere il significato e l‟importanza della terapia di gruppo per questi pazienti, è bene provare a chiedersi perché un individuo arrivi a “scegliere” di dipendere proprio dal gioco d'azzardo. Il gioco, con il suo andamento altalenante vincita-perdita, illusione-realtà, concretizza l'instabilità dei vissuti e delle esperienze dell'individuo, tipica anche dei pazienti borderline. Questi ultimi avvertono l‟instabilità che li circonda e li pervade e sono alla continua ricerca di rapporti intensi ma superficiali, che si muovono lungo passaggi veloci di idealizzazioni e svalutazioni, svuotando completamente il soggetto. Instabilità dell‟immagine di Sé, frequenti oscillazioni del tono dell‟umore, disturbo dell‟identità e mancanza di controllo degli impulsi sono alcune delle caratteristiche di questa struttura di personalità. Il borderline, ponendosi tra lo psicotico e il nevrotico, non è in grado di trovare un appiglio concreto a tale instabilità, mentre il giocatore patologico vive la propria mancanza di equilibrio nel gioco: tra vincita e perdita, tra sogno e realtà, tra sentito e pensato, il soggetto dipendente dal gioco organizza la propria esperienza in modo da spostare il proprio senso di vuoto e di mancanza di sicurezza sul gioco. Nel gruppo il giocatore avverte la sensazione di essere svuotato dalla totalità che si crea nel divenire gruppale, ma nello stesso tempo sente che tale esperienza lo arricchirà e gli consentirà di non avere più bisogno di un “oggetto” da cui dipendere. Il gruppo dà un equilibrio all‟instabilità della patologia, fermando progressivamente il movimento altalenante che caratterizza questa tipologia di pazienti. Naturalmente, la condizione del paziente borderline è ben diversa da quella del giocatore patologico, essendo quest‟ultimo caratterizzato da un funzionamento, in fin dei conti, limitato nel tempo e relativo a determinate circostanze. Il percorso di questa tesi, che inizia dalla descrizione storica e nosografica del fenomeno, passa attraverso i modelli interpretativi che lo riguardano e si conclude con il focus sulle terapie di gruppo, è attraversato e permeato dal concetto stesso di

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