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Il trauma in psicoanalisi: meccanismi di difesa implicati nelle nevrosi post-traumatiche e conseguenze del trauma sulla personalità

Il trauma è un tema caratterizzante della psicoanalisi ed ha trovato lettura in vari modelli interpretativi, che ne hanno arricchito il panorama teorico, ma non si è ancora giunti ad una definizione univoca.
Ciò appare una contraddizione, dato che la stessa psicoanalisi nasce dalle riflessioni di Freud e i suoi predecessori circa la natura traumatica delle nevrosi isteriche.
La definizione a cui si fa riferimento in questa tesi è quella psicoanalitica di trauma quale “evento improvviso ed inatteso che per sua intensità oltrepassa le capacità di elaborazione dell’Io ed ha effetti patogeni durevoli nell’organizzazione psichica” ossia come una “realtà che si impone violentemente sul soggetto ed incide sulla sua capacità rappresentazionale individuale e collettiva”.
Il modello teorico di riferimento è costituito da un frame work delle teorie più significative di matrice psicoanalitica da Janet e Freud, passando per i modelli indipendenti di Ferenczi e Jung fino ad arrivare alla teoria oggettuale di Fairbairn e alle piu’ recenti teorie relazionali.
L’obiettivo di questa tesi è quello di arrivare ad una definizione quanto più univoca ed universale di trauma in ambito psicoanalitico, di individuare e confrontare tra di loro le teorie più significative e quelle più recenti, contrapponendosi criticamente alla categoria diagnostica di Disturbo Post Traumatico da Stress presente nel DSM IV ed infine quello di illustrare gli effetti e i meccanismi di difesa implicati nel trauma in un ottica psicodinamica.
Si presenterà inoltre il modello nososgrafico di Nicola Lalli ad esempio della possibilità di identificare gli effetti del trauma in ottica psicodinamica senza perdere di vista la sua impronta originaria di grave lacerazione psichica.
A tal riguardo sono stati riportati gli ultimi lavori editi dalla Società Psicoanalitica Italiana e dall’Associazione Italiana Psicologia Analitica nel 2009 ma anche le ipotesi di Nicola Lalli e Francois Lebigot e Donald Kalsched circa gli effetti del trauma a livello intrapsichico.
Le ultime teorie sia post-freudiane che analitiche sono concordi nell’affermare che c’è urgenza di riassegnare al trauma il suo valore identitario di orma, impronta, di grave perdita e mortificazione narcisistica, sottolineandone il potere antisimbolico e distaccandosi dalla visione riduzionistica ed ateorica del DSMIV, che lo considera solo uno stress più grave e che non pone in risalto la reazione depressiva quale meccanismo implicato nel trauma che a volte precede l’insorgere della nevrosi.
Nicola Lalli e F.Lebigot a tal riguardo, hanno criticato l’impostazione del DSM, che volendosi avvicinare ad un concetto psicodinamico (nevrosi) ne ha utilizzato uno bio-fisiologico (stress), mentre l’approccio psicoanalitico ribadisce l’importanza di considerare il trauma quale evento che intacca la struttura psichica e che non può essere considerato solo uno stress più grave, sebbene lo stress e il trauma siano intimamente collegati cosi come lo è la psiche e il soma.
Il modello psicodinamico - in tal senso - permette di illustrare gli effetti delle nevrosi post-traumatiche analizzandone le dinamiche più profonde, senza tralasciare le implicazioni biologiche.
Il trauma infatti è un evento non simbolizzabile né verbalizzabile poiché rientra nella sfera dell’indicibilità ed è perciò vissuto piu’ come un vuoto senza parole piu’ a livello somatico e sensoriale. Qui si insedia l’ipotesi di Kalsched circa la natura autotraumatizzatrice della psiche.
La prosecuzione del dibattito circa il trauma focale o relazionale non ha più senso perché vi sono moltissimi fattori che interagiscono e poi c’è quello soggettivo.
Se si sopravvive al trauma tutta la nostra vita cambia occorre ridare un senso alla vita ma anche alla morte, in tal senso il superamento di un trauma è anche più complesso del superamento del lutto, poiché intacca la stessa esistenza.
Freud affermava che la vita come la morte sono i prototipi di trauma per eccellenza e che : LA SITUAZIONE TRAUMATICA FONDAMENTALE E’ QUELLA DI IMPOTENZA A CUI TUTTE LE ALTRE FANNO SEGUITO.

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9 CAP 1: TRAUMA: DEFINIZIONE E TEORIE DI RIFERIMENTO 1: Definizione di trauma. Il trauma rappresenta uno dei temi maggiormente dibattuti in ambito psicanalitico e psichiatrico, ma nonostante ciò non si è ancora giunti ad una definizione univoca. Ciò appare una contraddizione, poiché la stessa psicanalisi freudiana è nata dalle riflessioni di Freud e dei suoi predecessori sulla natura traumatica delle nevrosi isteriche. Dal greco “ferita” o “lacerazione”, il termine assume significati diversi a seconda degli ambiti disciplinari in cui è utilizzato. Nella psicanalisi è oggetto di una teoria specifica cui fanno da corollario il concetto di nevrosi traumatica e quello di trauma della nascita; in psicologia analitica è usato in senso metaforico e in senso fenomenologico: nel primo viene ad assumere il significato di urto tra l‟individuo e il mondo oppure in senso fenomenologico sta ad indicare un evento psichico di alto valore affettivo e di carattere originario. (2005, Pieri, pag 469). Dal 1900 (anno in cui fu pubblicata L‟interpretazione dei sogni) ad oggi il pensiero psicoanalitico si è articolato su vari fronti, vi sono state correnti di pensiero spesso discordanti tra loro ma che hanno contribuito a tenere vivo e produttivo il dibattito scientifico. Il riconoscimento, da parte delle neuroscienze del potenziale ruolo patogeno di un trauma, ha suscitato nella psichiatria un nuovo interesse verso lo studio degli effetti di specifiche esperienze traumatiche sulla formazione dell‟identità personale e sullo sviluppo psicopatologico. Nella seconda metà del novecento Horowitz fu il primo a cercare di definire una precisa nosografia dei disturbi psichiatrici conseguenti ad un avvenimento traumatico delineandone alcune caratteristiche comuni, indicando le tematiche psicologiche più frequentemente riscontrabili in soggetti vittime di un grave trauma: dolore e tristezza, paura di diventare distruttivi e colpa per i propri impulsi di rabbia, paura di identificarsi con le vittime e sentimenti di colpa per essere

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Michelini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Lidia Provenzano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 102

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