Amore, odio e paura. Indagine sulle basi neurobiologiche delle emozioni.
La ragione che mi ha spinto a realizzare questa ricerca sulle emozioni consiste nel fatto che esse sono una parte costitutiva e ineliminabile del nostro essere uomini, senza le quali non saremmo quello che siamo; la nostra stessa vita sarebbe semplicemente inimmaginabile e inconcepibile poiché le nostre possibilità di sopravvivenza si ridurrebbero notevolmente.
Le emozioni sono una realtà complessa e in gran parte ancora da spiegare nonostante nel corso dei secoli filosofi, letterati e scienziati abbiamo cercato di dare risposta ai molti interrogativi che il complesso mondo delle emozioni suscita.
La loro complessità dipende sostanzialmente dal fatto che esse sono una realtà multiforme e sfaccettata: hanno profonde radici neurobiologiche nel nostro organismo, sono prodotto della nostra esperienza soggettiva e irripetibile, connessa ai nostri interessi e alle nostre inclinazioni personali, vengono prodotte e definite all’interno della nostra cultura d’appartenenza e hanno una importante valenza sociale nelle interazioni con gli altri.
Tutti questi aspetti interagiscono tra loro e si influenzano a vicenda cosicché le emozioni costituiscono delle esperienze multiformi che pervadono completamente la nostra esistenza.
In questo mio lavoro analizzerò gli aspetti neurobiologici delle emozioni, privilegiandone tre in particolare: l’amore, l’odio e la paura.
L’amore è un’emozione cognitiva superiore. Tali emozioni sono universali ma soggette a variabilità culturale.
Come le altre emozioni cognitive superiori, l’amore coinvolge la corteccia cerebrale ed è associato soprattutto a regioni della neocorteccia del neoencefalo. Ciò fa pensare che l‘amore si sia evoluto molto più tardi delle emozioni fondamentali, circa sessanta milioni di anni fa, contro i cinquecento milioni di anni dell’evoluzione del cervello dei vertebrati.
L’odio viene definito come una emozione duratura che esprime avversione verso persone o cose, riallacciandosi a tendenze combattive legate all’istinto di conservazione dell’individuo e delle specie; presenta caratteri diametralmente opposti all’amore e potremmo anche dire che l’uno è la condizione di esistenza dell’altro.
La paura è una emozione fondamentale, universale e innata, provata allo stesso modo da qualsiasi essere umano, appartenente a qualsiasi cultura o etnia. Governata dall’istinto ha come obiettivo la sopravvivenza dell’individuo in una situazione di pericolo, presunta o reale, si scatena quindi ogni volta che l’organismo si sente per un qualsiasi motivo minacciato.
La ricerca si articola in cinque capitoli.
Nel primo capitolo espongo le varie tesi formulate sulla natura delle emozioni, dagli antichi filosofi greci alle ultime teorie sviluppatesi nel secolo scorso: la teoria culturale delle emozioni, formulata da Paul Ekman, secondo la quale le emozioni sono dei comportamenti acquisiti e trasmessi culturalmente come le lingue; l’introduzione da parte di Paul Griffith di una nuova categoria di emozioni, le cognitive superiori; la teoria funzionale di Herbert Simon secondo la quale le emozioni sono “processi mentali che hanno la funzione di interrompere rapidamente un’attività come reazione a un repentino mutamento ambientale”. Una parte del capitolo è poi dedicata agli stati d’animo, alle situazioni emotive preesistenti in cui si inseriscono le emozioni, all’intelligenza emotiva e all’empatia che, in modi diversi, ci permettono una comunicazione emotiva con i nostri conspecifici.
Nel secondo capitolo analizzo il sistema nervoso e il sistema endocrino dell’uomo, la teoria del cervello tripartito di MacLean come base di partenza per lo studio e la comprensione dei circuiti biochimici alla base della produzione delle emozioni. In effetti le ricerche sulle basi anatomo-fisiologiche delle emozioni hanno realizzato notevoli progressi da quando Paul MacLean ha scoperto che il Sistema Limbico svolge un ruolo fondamentale nella regolazione delle emozioni.
Nel terzo capitolo definisco le emozioni da me prese in esame da un punto di vista lessicale, filosofico e psicologico. Amore e odio vengono spesso denominati sentimenti, quindi spiegherò cosa questi siano distinguendoli dalle emozioni. I due termini infatti non sono sinonimi ma indicano due diverse fasi della vita affettiva dell’uomo.
Nel quarto e quinto capitolo cerco di comprendere ed esplicare, nel modo più semplice e comprensibile possibile, l’organizzazione delle risposte emozionali nel cervello e di identificare i circuiti neuronali specializzati nella produzione di certe emozioni, amore, odio e paura in particolare.
Lo scopo che voglio raggiungere è dimostrare come le emozioni non siano una realtà staccata e completamente autonoma rispetto all’uomo, come ha ipotizzato qualche secolo fa Cartesio, ma come le emozioni siano parte costitutiva di noi stessi e come nasciamo già programmati per provare e “sentire” emozioni.
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Informazioni tesi
Autore: | Antonella Modica |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Beni demoetnoantropologici |
Relatore: | Michele Ernandes |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 88 |
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