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Il giornalismo partecipativo politico: la controinformazione di destra e di sinistra

Questa tesi vuole analizzare l'emergente fenomeno del giornalismo partecipativo politico: ovvero come questa nuova forma del fare informazione, saldamente legata al web 2.0, sia utilizzata dai soggetti politici dell'attuale panorama italiano.
Analizzando tre dei siti maggiormente significativi del settore (Indymedia, Global Project e Tocqueville) e portando esempi pratici, ci si interroga su che basi può poggiarsi la credibilità della notizia da questi trasmessa.
Come può essere ritenuta affidabile un'informazione trasmessa da un media volutamente di parte, quando viene sempre di più messa in dubbio la veridicità dei mezzi di comunicazione tradizionali?

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  4 INTRODUZIONE Questa tesi nasce quasi per caso. L'intento originario era altro: dedicare uno scritto al movimento studentesco del 2008, conosciuto con il nome di "Onda Anomala". Avendovi preso parte attivamente, sia in ruoli organizzativi che di comunicazione, c'era la volontà iniziale di dedicare la mia tesi triennale a questo fenomeno. Avevo abbozzato l'idea di osservare come le varie testate giornalistiche si fossero approcciate nei confronti dell'Onda studentesca. Optai per quattro quotidiani, due neutrali e due schierati, sul criterio del migliore archivio online disponibile: “La Repubblica”, “Corriere della Sera”, “Il Giornale”, “L'Unità” risultarono essere i più qualificati. Ben presto però mi resi conto che una ricerca di questo genere non avrebbe portato a nulla di nuovo. Osservando le prime pagine, analizzando gli articoli che riguardavano il movimento, non si scopriva nulla di quanto già tutti sapessero: “L'Unità” era apertamente schierata con gli studenti in lotta, così come “La Repubblica”, anche se questo cercava di apparire neutrale. “Il Giornale” era dichiaratamente ostile agli studenti e favorevole alla riforma, così come il “Corriere della Sera”, anche se questi adottava un approccio più pacato. Stava emergendo una semplice raccolta d'archivio. Incontrandomi e discutendo con il mio relatore, l'attenzione cadde su uno dei vari siti d'informazione che il movimento adottò come propri: “uniriot.org”. Avevo avuto modo di scoprirlo, e in seguito di visitarlo con regolarità, nell'autunno 2008. Durante le mie trasferte a Roma, per seguire i meeting nazionali degli studenti, ebbi anche occasione di fare la conoscenza di alcuni redattori, nonché il responsabile politico Francesco Raparelli. La particolarità di uniriot.org, rispetto ad altri siti affini quali ateneinrivolta.org, è che gli utenti hanno la possibilità di pubblicare direttamente sul sito la notizia, senza dover aspettare che il resoconto di un qualche cronista appaia sulla pagina web di una qualche testata. C'è l'opportunità di sapere in tempo reale come sta procedendo il corteo a Milano, vedendo le prime immagini pubblicate, oppure seguire la discussione dell'assemblea plenaria alla Sapienza di Roma, ascoltando in streaming 1 gli interventi. Gli utenti possono pubblicare documenti, file audio e video senza filtri, iscrivendosi alla community. Ne parlai con il mio professore, il quale si mostrò subito interessato alla cosa. Si scoprì che “Uniriot” non era l'unico ad avere quel sistema di funzionamento, e che esistevano altri che                                                             1   La riproduzione on‐line di un file audio o video. 

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