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L'immaginazione: temi e percorsi

Con questo mio lavoro intendo costruire un percorso tematico sull’immaginazione, che però non ha la presunzione di racchiudere tutto il sapere umano su tale argomento, poiché sarebbe un’impresa titanica, oltre che troppo ampia per lo scopo per il quale viene presentato questo lavoro.
Spesso questa capacità viene considerata un po’ la Cenerentola di tutte le altre competenze umane. Tenuta in poca considerazione, a favore della logica, viene a volte ridicolizzata, se non disprezzata. Mi è capitato di sentire insegnanti, nel caso di un bambino che non eccelle a scuola, dire “è un bambino che ha molta immaginazione, è molto creativo, ma….” Quel “ma” presuppone che manca nel bambino qualcosa di più importante nonostante la sua ricca immaginazione e fantasia. Altri studiosi hanno posto il problema di come certi bambini possano confondere immaginazione e realtà, e di come da adulti questo problema possa sfociare in problemi psichiatrici, avvicinando l’eccessiva fantasia alla follia.
Il mio lavoro, allora, vuole innalzare l’immaginazione, vuole porla in risalto, vuole dare a questa facoltà una nuova luce, una nuova linfa vitale. Educare all’immaginazione oggi è ancora importante. È triste sentire che “al giorno d’oggi i bambini non sognano più, non hanno immaginazione, non hanno fantasia”. E vero che la tecnologia, che ormai fa parte del quotidiano del bambino, influenza immaginario e immaginazione. Ma questo non significa che si perde la capacità di immaginare. Cambiano i modi e i contenuti certamente, ma immaginazione e immaginario rimangono elementi importanti nella vita del bambino e dell’uomo. Il mio lavoro vuole dimostrare che avere fantasia oggi, è ancora più importante di ieri, che vivere in una società come la nostra presuppone, sì una buona logica, una buona preparazione, un buon adattamento, ma serve anche immaginazione, creatività, capacità di reinventarsi ogni giorno. L’immaginario primitivo, di cui Durand scrive tanto, lo portiamo dentro di noi ancora oggi. E’ vero che si modifica, si adatta alle nuove esigenze, ma le radici su cui poggia l’immaginazione oggi vanno ricercate nell’immaginario antico. L’immaginazione porta con sé una ricchezza storica, comunicativa e pedagogica senza eguali.

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Introduzione Con questo mio lavoro intendo costruire un percorso tematico sull’immaginazione, che però non ha la presunzione di racchiudere tutto il sapere umano su tale argomento, poiché sarebbe un’impresa titanica, oltre che troppo ampia per lo scopo per il quale viene presentato questo lavoro. I temi che ho intenzione di approfondire sono stati scelti in modo accurato. La selezione ha portato inevitabilmente a non presentare aspetti, caratteri e studiosi che hanno preso in esame il mondo dell’immaginazione, dell’immaginario e del meraviglioso. Un tema troppo ampio, che spazia in tutte le discipline umane: dalla storia all’antropologia, dalla psicologia alla pedagogia, alla sociologia, alla religione, alla filosofia… e l’elenco potrebbe continuare. Impossibile rendere completo uno studio approfondito su tutti questi aspetti, almeno in questo mio lavoro. Che cosa mi ha spinto a scegliere un argomento così ampio e insidioso, sotto alcuni punti di vista? La curiosità innanzitutto. Nella mia esperienza lavorativa, da tirocinante e da volontaria, a contatto con i bambini da anni, mi è sempre stato riconosciuto il pregio di avere una buona creatività e immaginazione. Vedendo quanto questa capacità mi ritorni utile, nella vita lavorativa sopratutto, l’idea di poter studiare e approfondire un argomento, a me così caro, mi sembrava interessante e proficuo. Un secondo punto che ha spinto a scegliere questo argomento, è legato al voler rivalutare in maniera positiva la capacità di immaginare ed essere creativi. Spesso questa capacità viene considerata un po’ la Cenerentola di tutte le altre competenze umane. Tenuta in poca considerazione, a favore della logica, viene a volte ridicolizzata, se non disprezzata. Mi è capitato di sentire insegnanti, nel caso di un bambino che non eccelle a scuola, dire

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