I tecnicismi del pallone. Spunti per un'analisi linguistica del calcio italiano
Il seguente lavoro ha come oggetto di studio quelle che sono le principali caratteristiche del linguaggio calcistico, in quanto essendo considerato una lingua speciale, ha delle specifiche proprietà.
L’interesse per questo argomento nasce dalla mia passione per il mondo del calcio, che mi vede assiduamente impegnato su vari campi, talvolta nelle vesti di arbitro “F.I.G.C.”, altre di cronista, in quanto da tempo collaboro con il quotidiano il “Roma” e il settimanale “Corriere dello Sport – Tutto Calcio Campania”, per ciò che riguarda le vicende del calcio dilettantistico. Una notevole spinta mi è inoltre stata data da un articolo di Giovanni Devoto, risalente al 1939 e pubblicato sulla rivista fiorentina “Lingua Nostra”, in cui l’autore scriveva : “In attesa che qualche studente non privo del tutto di fantasia si renda conto che la storia del lessico calcistico italiano è un argomento più interessante e fruttuoso come tesi di laurea di tanti altri più o meno illustri e rifritti, importa ora stabilire che il lessico, per quanto importante in sé, è soltanto un mezzo di definizione di una lingua speciale: esso si inserisce, senza possibilità di confini netti, nell'insieme degli effetti e dei contrasti in una lingua.”
L’intento che guiderà questo lavoro sarà quello di descrivere le varie fasi evolutive di questo linguaggio, con un approccio storico, sociologico e tecnico, che permetterà di comprendere come il gioco del calcio sia stato in grado di portare con sé fenomeni sia di sport, che di costume, che ad esso legano le proprie fortune e sopravvivenza.
Parlare di questo sport significherà dunque riferirsi ad un vero e proprio fenomeno sociale, che dopo gli albori del “calcio fiorentino”, fu riportato in Italia sul finire del diciannovesimo secolo dai marinai e dai commercianti di ritorno dall’Inghilterra, come nel caso di Edoardo Bosio, tornato a Torino nel 1887. Un fenomeno, che se agli esordi sembrava destinato a essere praticato solo dagli ambienti nobili della società, in breve tempo scavalcò le recinzioni delle grandi ville per approdare nelle strade di periferia e sui prati, favorendo così la nascita di una vera e propria rivalità, la quale portò alla fondazione delle prime squadre e col passare del tempo all’organizzazione del primo campionato, vinto dal Genoa nel lontano 1898. Una crescita incredibile quella del calcio sino ai giorni nostri, se solo si pensa che in origine veniva considerato uno sport minore, facente da semplice contorno alle notizie principali e le cui regole erano sconosciute ai più. Uno dei simboli per antonomasia della devastante evoluzione di questa disciplina, è la figura professionale del primo cronista, il quale recatosi su un campo di calcio, si appuntava le azioni più importanti, per poi riportarle in un trafiletto di un giornale e dal cui operato, di pari passo con le innovazioni tecnologiche dei media, si sono poi generati molteplici ruoli specialistici come il radiocronista, il telecronista, l’esperto di statistiche o gli analisti delle moviole.
Nello specifico lo studio da me sviluppato si dividerà in tre parti.
Nella prima si ripercorreranno quelle che sono le origini del gioco del calcio in Italia, gli influssi storici e sociali che lo hanno caratterizzato e il suo rapporto coi media, che con lo scorrere del tempo e il susseguirsi di celebri interlocutori, hanno cambiato il modo di relazionarsi a tale disciplina. In particolare si è sempre parlato di “Scuola Anglosassone” per identificare un modello di riferimento, con determinate caratteristiche da rispettare per dar luogo ad una buona cronaca. Nel caso italiano non vi è una vera e propria scuola, bensì il contributo dato da professionisti del settore, tra i quali si possono ricordare Nicolò Carosio, Nando Martellini Sandro Ciotti, che hanno avuto il merito di aver interpretato il calcio da un punto di vista personale, ponendo le basi per il consolidamento di una metodologia di lavoro che oggi caratterizza la radio e la televisione.
La seconda parte si baserà invece sulla formazione ed evoluzione della terminologia calcistica, ponendo grande attenzione soprattutto sul rapporto con gli anglicismi, sulle neoformazioni e su quelle espressioni che ormai non rappresentano più solo un linguaggio tecnicistico, bensì la lingua comune. E’ questo il caso di frasi come “salvarsi in corner” o anche “esser presi in contropiede.”
La terza riguarderà infine la fase empirica del progetto e incentrerà la propria analisi sul linguaggio giornalistico-calcistico, prendendo in considerazione un numero della Gazzetta dello Sport e le peculiarità che contraddistinguono le diverse rubriche e il quotidiano in genere.
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Informazioni tesi
Autore: | Gioacchino Roberto Di Maio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Sociologia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Pietro Maturi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 60 |
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