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Matrimonio e consenso nel diritto canonico

La storia del pensiero giuridico e le varie legislazioni hanno da sempre polarizzato la loro attenzione sull’istituto matrimoniale, considerato come il fondamento naturale di tutte le società civili, allo stesso modo di come la famiglia ha da sempre costituito la cellula originale di quella comunità istituita da Cristo, ossia la Chiesa.

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1 INTRODUZIONE. Il termine matrimonio 1 deriva etimologicamente dalle voci latine mater e munium o munus, che indicano l’ufficio della madre, in considerazione della sua funzione prevalente nella nascita, nella crescita e nell’educazione dei figli. La storia del pensiero giuridico e le varie legislazioni hanno da sempre polarizzato la loro attenzione sull’istituto matrimoniale, considerato come il fondamento naturale di tutte le società civili, allo stesso modo di come la famiglia ha da sempre costituito la cellula originale di quella comunità istituita da Cristo, ossia la Chiesa. Per il diritto italiano e per tutte le legislazioni di tipo civile, il matrimonio, è un negozio giuridico bilaterale che dà fondamento alla famiglia legittima, creando un rapporto giuridico tra i coniugi e determinando automaticamente per i figli lo status di legittimi 2 . Nel diritto canonico, la disciplina giuridica dell’istituto matrimoniale è stata interessata negli anni più recenti, da due fatti di straordinaria importanza ecclesiale e strettamente connessi l’uno con l’altro: il Concilio Vaticano II, che del matrimonio propone una chiave di lettura fondamentale, ed il nuovo codice di diritto canonico promulgato il 25 Gennaio 1983, che ne ha rinnovato l’intera disciplina. 1 Il matrimonio è detto anche connubium dal verbo nubere, ossia coprire con velo, velare, poiché secondo il rito classico del costume romano, la sposa portava, durante la cerimonia nuziale, un velo color fiamma, in segno di pudore, di modestia e di sottomissione al marito; coniugum da con iugo, aggiogare insieme, con riferimento alla comunità di vita che con il matrimonio si istituisce fra gli sposi; consortium, da con e sors, in quanto gli sposi diventano partecipi della stessa sorte o destino e della stessa condizione, cf. L. Chiappetta, Il matrimonio nella nuova legislazione canonica e concordataria ,Roma, 1990, p. 9. 2 Inoltre per quel che concerne la forma del matrimonio civile, il consenso delle parti da solo non è sufficiente a costituire il matrimonio , ma necessita a livello sostanziale anche della presenza dell’ufficiale di stato civile che, ricevuto il consenso dei nubendi li dichiara uniti in matrimonio. Qualora mancasse tale atto amministrativo, il negozio matrimoniale sarebbe inesistente e privo di rilevanza giuridica, rimanendo alla stregua di un atto preparatorio e privato, cf. A. Torrente- P. Schlesinger, Manuale di diritto privato, Milano 1985, p. 945; cf. F.Gazzoni, Manuale di diritto privato, Napoli, 2007, p.317 e ss.; cf. P.Rescigno, Manuale del diritto privato italiano, Napoli 1978, p. 367 e ss.

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Parole chiave

diritto canonico
istituto matrimoniale
matrimonio

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