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Aspetti biologici e fisiologici dell'autismo

L’autismo non è me.
L’autismo è solo un problema di elaborazione delle informazioni che governano ciò che sono”
(Donna Williams).

L’Autismo non è una conseguenza di ambienti inadeguati ,né una chiusura; è un problema di neurosviluppo che altera la costituzione del mondo interpersonale e le forme di socialità .

L'obiettivo di questo elaborato è descrivere :

1) l'evoluzione del concetto di autismo in base alle scoperte scientifiche;

2) gli aspetti biologici e fisiologici dell'autismo che tutt'oggi possono essere indagati;

3) l'organizzazione dell'esperienza autistica nelle sue varie forme.

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5 CAP 1 STORIA DELL’AUTISMO Il termine autismo venne introdotto per la prima volta nel 1911 da uno psichiatra svizzero , E.Bleurer, per rifersi ad una particolare forma di ritiro dal mondo causata dalla schizofrenia. Bleurer , sostenitore della teoria psicoanalitica, propose il termine autismo sottraendo al concetto freudiano di autoerotismo la parola eros: la formula bleureriana di autoerotismo senza eros definisce cosi uno stato psicopatologico di perdita , di privazione , di assenza di scambi con il mondo esterno e pone l’accento sull autos , esprimendo ripiegamento su se stessi e isolamento sensoriale. Soltanto nel 1943 il termine autismo venne riproposto da parte di un pedopsichiatra americano, Leo Kanner, attraverso la pubblicazione di un articolo sulla rivista Nervous Child. Kanner fu il primo che adottò il termine autismo per tentare di spiegare una sindrome specifica che osservò in 11 bambini, caratterizzata da gravi turbe del linguaggio e delle relazioni sociali , che chiamò autismo precoce infantile. Kanner descrisse i suoi pazienti come “tendenti all’ isolamento, autosufficienti, felici se lasciati da soli, come in un guscio”, con linguaggio assente o ecolalico, paura ossessiva che avvenisse qualche cambiamento nell’ambiente circostante, inversione pronominale (tu per riferirsi a loro stessi e io per riferirsi all’altro) , ritardo mentale generalizzato accanto a specifiche abilità isolate molto sviluppate come memoria di date, costruzioni di puzzle , etc. La conclusione della descrizione kanneriana è :”questi bambini sembrano venuti al mondo sprovvisti di quella capacità innata di formare il normale contatto affettivo che è fornito biologicamente”, posizione in seguito rivista . Nel 1944 durante la 2° guerra mondiale H.Asperger, un pediatra austriaco con formazione psichiatrica ,pubblicò la tesi di dottorato dal titolo “Psicopatia Autistica”, un lavoro in cui usava anch’egli il termine autismo

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