Dentro ai nostri confini ogni altro confine: salute e multiculturalità
Il numero sempre maggiore di immigrati sta trasformando la società occidentale in una società multietnica e multiculturale, e proprio queste caratteristiche generano riflessioni in ogni campo, da quello medico a quello delle relazioni con il Sistema Sanitario Nazionale, dalla scelta dei modelli di cura e dall’esclusione di questi, dalla richiesta costante di una mediazione culturale ad una visione che si preoccupi di salvaguardare gli usi e costumi di tutti i popoli. Ho cercato di comprendere come viene affrontato il problema della salute nel mondo, e, come nelle società occidentali questo viene proposto agli immigrati.Nel primo capitolo ho cercato di analizzare il sistema sanitario, la medicina tradizionale e popolare e come questa agisce sulle persone, che sono portatrici di valori, atteggiamenti e orientamenti diversi. Emerge che l’impatto con nuove culture portano l’operatore, e in questo caso l’educatore a ri-orientare sempre di più le sue prestazioni verso concezioni di vita nuove e diverse, superando le barriere delle incomprensioni. In questo capitolo vengono analizzate le radici della disuguaglianza sociale, attraverso fattori come la professione, l’istruzione e la condizione economica, e come queste disuguaglianze possano portare all’esclusione sociale. Vengono analizzati alcuni progetti istituzionali come il Migrant-Friendly che ha permesso di intervenire sulle barriere culturali e linguistiche, sul corretto uso della lingua per l’informazione al paziente e di dare una formazione agli operatori dei servizi socio-sanitari, in modo da diventare operatori interculturali.
L’obiettivo di questo programma è stato quello di migliorare l’assistenza ospedaliera attraverso azioni strategiche atte a promuovere la salute. Le mie considerazioni su questo progetto sono quelle che mi hanno riportata alla conclusione che la riduzione delle differenze assicura pari opportunità verso l’accesso ai servizi, ma che le differenze devono essere considerate con attenzione per poter lavorare sul tema del riconoscimento dei diritti delle minoranze. Sono state analizzate anche alcune strutture ospedaliere e il loro modo di rispondere alle esigenze di un servizio di mediazione culturale che risulta essere scarso o quasi assente; vengono elencati i motivi per i quali gli Ospedali non sempre possono rispondere al bisogno degli immigrati attraverso la prestazione di questa figura, che risulta però essere fondamentale per il buon uso e la comprensione dei modelli di cura proposti.
Ho pensato ad una nuova sfida: quella della figura dell’educatore che possa affiancare in futuro quella del mediatore culturale, per valorizzare tutti i lati e le sfaccettature delle altre culture.
Il capitolo 2 è una ricostruzione dei principali modelli di cura e sistemi sanitari nel mondo; anche in questo capitolo viene trattato il tema della medicina popolare e alternativa e come questa venga usata in vari paesi del mondo.
In questo capitolo, al paragrafo 2.2 è stato affrontato il tema della Medicina di Strada, che, attraverso il mondo del volontariato, si occupa di cittadini extracomunitari clandestini, per fare in modo che anche questi possano avere cure e assistenza. Tutto ciò mi ha portato a riflettere che i servizi istituzionali non riescono sempre a coprire il fabbisogno di tutte le persone, e che questo non avviene solo nel nostro Paese.
Al capitolo 3 è stato affrontato il tema di diritto alla salute cercando di comprendere gli orientamenti normativi esistenti sia in campo internazionale che nazionale.
La legislazione italiana, è stata comparata con gli altri Paesi europei, evidenziando come la comprensione del fenomeno migratorio si discosti in parte dalle tendenze presenti in altri Paesi europei. Una seria preparazione degli educatori può essere importante e decisiva anche nel contrastare questi fenomeni isolati che si stanno presentando in tutta l’Europa, perché questa figura, attraverso un lavoro sempre più mirato, può riuscire ad abbattere i muri di incomprensione.
Il capitolo 4 è interamente dedicato alla donna, alla sua salute riproduttiva prendendo in considerazione la gravidanza e il parto, come sono vissuti nei paesi d’origine e come questi cambiano nei paesi ospitanti. Ho presentato progetti e percorsi attuati dall’AUSL di Reggio Emilia, come “Crescere Insieme” e “Aspettando che arrivi un bambino”, e ho approfondito il tema delle Mutilazioni Genitali Femminili, e in modo specifico sulla proposta di rito alternativo proposta dal medico somalo Abdulcadir Omar Hussen.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Zafferri |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'Educazione |
Relatore: | Rita Bertozzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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