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Tutela dei diritti fondamentali e nuove esigenze di sicurezza in alcune democrazie pluraliste

La ricerca è volta, in particolare, ad indagare i profili problematici attuali del rapporto tra libertà e sicurezza alla luce della recente minaccia del worldwide terrorism.
Da sempre si assiste ad un tentativo instancabile di conciliazione quotidiana tra le esigenze della sicurezza e quelle della libertà; se di conciliazione può parlarsi visto che la sicurezza, nelle democrazie pluraliste, è sinonimo del libero ed incontrastato esercizio dei diritti fondamentali. Ogni Stato democratico e costituzionale è fondato infatti su principi contro la violenza e la promozione dei diritti imprescindibili di ogni persona umana, singola e associata con altri. I pubblici poteri hanno pertanto il dovere di tutelare la sicurezza individuale e collettiva non con l’effetto psicologico aleatorio e momentaneo, ma come risultato di prevenzione e repressione dei pericoli per i diritti delle persone.
Le problematiche relative all’emergenza ed al terrorismo pongono i principi fondamentali di ogni ordinamento giuridico in una condizione di rischio, di frizione, di difficoltà e di resistenza perché riguardano fenomeni che di per sé potrebbero talvolta scuotere le fondamenta degli stessi ordinamenti democratici.
Negli anni recenti le crisi che si sono aperte dopo il mutamento dello scenario internazionale che ha fatto seguito alla scomparsa della bi-polarizzazione tra blocco orientale e occidentale si sono manifestate in un quadro di instabilità che ha provocato gravi preoccupazioni sia a livello internazionale che interno per la garanzia della sicurezza che ha assunto una posizione centrale nel quadro dei valori di riferimento sia a livello interstatale che interno presentandosi man mano come un diritto, assumendo come tale un significato ben più consistente del diritto alla legittima difesa previsto dalla Carta delle Nazioni Unite e da molte costituzioni e prevedendo azioni di prevenzioni a prescindere da attacchi in corso, e tendendo nei rapporti interni a ridurre lo spazio di garanzia per i diritti civili e politici.
Il bisogno di sicurezza infatti si impone nella società odierna, sia come attività statale per tutelare il cittadino da rischi e pericoli sociali, sia come diritto fondamentale, quale condizione “per l’esercizio delle libertà e per la riduzione delle disuguaglianze” come afferma la legge francese sulla sicurezza quotidiana del 15 novembre 2001. Si può discutere se tale accento sulla sicurezza possa giustificare, e in quale misura, controlli sulle comunicazioni, indagini sull’origine e la destinazione di ricchezze sospette, restrizioni dei movimenti delle persone, perquisizioni di abitazioni, impiego della forza pubblica, “fermo” delle persone sospette, isolamento carcerario per certi periodi di tempo, e altre pur pesanti misure di questo genere.
Nella realtà di questi anni il problema dei limiti alla compressione dei diritti si è posto prescindendo dall’instaurazione di un regime giuridico di formale sospensione delle garanzie. In altre parole la minaccia terroristica viene considerata come presente a lungo termine, endemica; una sorta di normalizzazione dell’emergenza affidata alla legislazione ordinaria che tenta di bypassare gli effetti derogatori alla costituzione formale. A riguardo, con le trasformazioni operate nei modelli amministrativi occidentali si registra una forte tensione tra la richiesta di privacy e la necessità di garantire la sicurezza nazionale contro la minaccia terroristica che si esprime nella difficile coesistenza tra la tutela dei diritti fondamentali e le ragioni dell’emergenza.
La questione risulta aggravata da tre distinti ma sinergici fattori: innanzitutto la natura del terrorismo, nemico occulto per definizione ed operante in seno al sistema stesso che si propone di sovvertire, in secondo luogo, la globalizzazione che, nell’offuscare l’idea stessa di “confine”, amplifica tanto l’attitudine offensiva dell’azione terroristica quanto la sua accentuata incoercibilità; infine l’assuefazione mediatica della nostra cultura abituata a sentirsi partecipe degli eventi.
Dopo questo excursus sulla dialettica tra libertà e sicurezza l’elaborato si sofferma in primo luogo sui diritti vecchi e nuovi da tutelare anche di fronte alle situazioni emergenziali e in secondo luogo sulla recente emergenza del terrorismo internazionale e sui suoi risvolti interni in grado di minare le fondamenta dello Stato democratico moderno.

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INTRODUZIONE  L’elaborato si propone di affrontare, tramite un’analisi comparata, la delicata questione della dialettica tra libertà e sicurezza nelle democrazie contemporanee soprattutto quando i preoccupanti scenari prefigurati dal terrorismo di matrice internazionale inducono ancora una volta ad una riflessione sul nuovo ruolo della sicurezza negli Stati democratici. Dopo l’11 settembre la questione della sicurezza dagli attentati terroristici è entrata in una dimensione nuova, fino ad allora sconosciuta per l’immaginario collettivo di tutto l’Occidente. Quanta e quale sicurezza potrebbe garantire e difendere il regolare evolversi di una Stato liberale senza minare le libertà fondamentali? Allo scopo di reagire di fronte ai pericoli che vengono avvertiti all’interno di una comunità nazionale, si emanano norme destinate, purtroppo, a porre in discussione il regime ordinario dei diritti. In altri termini, nel momento dell’aggressione terroristica riemerge un problema connaturato all’esistenza dello Stato liberale, quello delle strategie da scegliere sia per impedire che l’emergenza indebolisca le libere istituzioni, sia per neutralizzare efficacemente gli aggressori. Da qui l’esigenza di valutare quanto le limitazioni cui sono andati incontro i diritti siano giustificate in termini di bilanciamento di valori, quale prezzo per la soddisfazione dell’esigenza prioritaria e preliminare di sicurezza; se di bilanciamento può parlarsi visto che la sicurezza, nelle democrazie pluraliste, è sinonimo del libero ed incontrastato esercizio dei diritti fondamentali. Le domande si pongono ancora più pressanti dopo le stragi di Madrid e Londra, rispettivamente del 2004 e del 2005, eventi che, non lasciando più dubbi sul coinvolgimento dell’intero Occidente nel terrorismo di matrice islamica, inducono a prevedere una sempre più forte tensione sugli ordinamenti interni degli Stati occidentali. Il lavoro cercherà perciò di offrire spunti di riflessione sull’ampia tematica inerente alla tutela dei diritti fondamentali e alle nuove esigenze di sicurezza in alcune democrazie pluraliste. 4

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Informazioni tesi

  Autore: Alessio Nanni
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Giovanni Rizzoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 279

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Parole chiave

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