Particolato atmosferico: meccanismi di tossicità ed effetti patogenetici
La pericolosità dell’inquinamento atmosferico dovuto alle particelle in sospensione è venuta alla ribalta solo in tempi recenti poiché, in precedenza, solo gli inquinanti gassosi venivano ritenuti responsabili di principali danni significativi alla salute umana.
Le polveri sottili (PM10, PM2.5) presentano una pericolosità elevata sia perché contengono una concentrazione rilevante di specie chimiche tossiche sia per l’accentuato tropismo patogeno sull’apparato respiratorio più elevata rispetto al particolato atmosferico totale (PTS) .
In ambito scientifico internazionale le indagini sulle polveri fini costituiscono una priorità, considerando gli effetti negativi, ormai certi, di questa forma di inquinamento atmosferico sulla salute umana e per le implicazioni sul clima.
Nel caso dell’Italia, le condizioni meteo-climatiche e le varietà delle emissioni determinano, specialmente nei mesi invernali e nelle città, elevate concentrazioni di particolato atmosferico che possono arrecare rilevanti danni alla salute umana. Il materiale particolato è stato lungamente studiato e, negli anni’80-’90, i risultati ottenuti fornirono, la base scientifica della legislazione ambientale vigente.
In questi anni sono state realizzate nuove procedure e nuove strumentazioni utili alla misurazione del particolato identificando, tra l’altro, il ruolo dei processi di sua generazione e trasformazione.
Nel caso dell’Italia, le particolari condizioni meteo-climatiche hanno un peso rilevante per quanto riguarda gli effetti del particolato sulla salute umana; infatti ,la diffusione di flogosi bronchiale, malattie respiratorie e tumori associati all’esposizione a PM10 e PM2.5 ha determinato crescente attenzione da parte dei cittadini, degli Organismi preposti alla salute pubblica e delle Istituzioni alle problematiche connesse al particolato atmosferico.
Non è, comunque, del tutto chiaro quale sia il parametro (la concentrazione delle particelle, il loro numero, la composizione chimica, la morfologia) maggiormente responsabile del verificarsi degli effetti patogeni e quali siano i relativi meccanismi biologici. In particolare, il PM2.5 è stato riconosciuto in diversi ambienti urbani come la frazione predominante del particolato PM10; diversi studi epidemiologici, d’altronde, hanno messo in evidenza come tale frazione sia responsabile in misura maggiore di effetti avversi sulla salute umana. Al riguardo, agli effetti dovuti all’azione meccanica delle particelle si aggiungono anche quelli dovuti alle azioni conseguenti al loro trasporto nei tratti più profondi dell’albero respiratorio da parte di composti estremamente pericolosi ad esse associate.
In Italia, a tutt’oggi, il taglio aerodinamico considerato dalla normativa agli effetti della protezione della salute dell’uomo è quello del PM10. Negli ultimi anni, comunque, l’attenzione per lo studio degli effetti sulla salute dell’uomo si sta spostando a tagli di dimensioni più piccoli quali PM2.5, PM1 e submicronici. Dal punto di vista normativo è in corso di preparazione una direttiva UE per il taglio aerodinamico PM2.5. Tutto questo allo scopo di sviluppare politiche che dettino criteri per l’adozione delle azioni più efficaci da intraprendere per la tutela ed il risanamento nei confronti del particolato atmosferico.
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Informazioni tesi
Autore: | Caterina Di Palo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi dell'Aquila |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze biologiche |
Relatore: | Marco carmignani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 143 |
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