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I parchi naturali tra legislazione e giurisprudenza costituzionale

La materia dei Parchi e riserve naturali è stata fatta oggetto di un tira e molla tra centro e periferia, che ha provocato non pochi ritardi e disguidi, impedendo che si sviluppasse anche nel nostro paese un sistema di protezione della natura al passo coi tempi. Bisogna comunque ricordare il raggiungimento dell'obiettivo del 10% del territorio protetto, risultato ottenuto anche grazie all'aumentato interesse per la tutela dell'ambiente da parte della collettività e conseguentemente dello Stato.
Tuttavia le risorse finanziarie destinate ai parchi non risultano adeguate alle spese di gestione, al funzionamento dei servizi e delle numerose attività istituzionali perseguite, che vanno dalla tutela alla promozione compatibile del territori, dalla ricerca scientifica all'educazione ambientale, dal recupero del territorio al recupero e alla promozione delle culture e delle identità locali.

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1 CAPITOLO 1° LA LEGISLAZIONE SUI PARCHI. 1. L’assetto dei rapporti centro-periferia nel nuovo contesto “federale”. Le competenze dello Stato e delle Regioni in materia di parchi hanno sempre portato con sé numerosi problemi dovuti a cause diverse, che vanno dalla frammentazione della disciplina nel periodo precedente l’entrata in vigore della legge-quadro sulle aree protette, alla scarsa capacità del “centro” di venire incontro all’esigenze delle realtà sociali dei luoghi in cui il parco sarebbe dovuto nascere. Nel presente lavoro, vedremo come sono suddivise le competenze tra Stato e Regioni con riguardo allo strumento di protezione delle aree naturali rappresentato dai parchi dando uno sguardo anche alla giurisprudenza della Corte Costituzionale, la quale ha avuto una notevole influenza nella creazione di un modello di parchi che rispecchiasse le aspettative degli ambientalisti e nello stesso tempo divenisse uno strumento di incontro fra le diverse forme di governo del territorio. La materia ambientale e in particolare la protezione della natura e, nell’ambito che qui interessa, la materia dei parchi, è stata interessata in questi anni dalle riforme che si sono succedute in ambito legislativo e costituzionale. In particolare, la conferma mediante lo strumento referendario del testo approvato in seconda deliberazione dal Senato della Repubblica l’8 marzo del 2001 (divenuto poi la legge costituzionale del 18 ottobre 2001 n. 3, recante “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione”) ha dato finalmente base costituzionale alle principali modifiche in senso”federalista” intervenute in questi anni nel tentativo di ammodernare la macchina dello Stato e rendere più snello e semplice, nonché più vicino al cittadino, il sistema dell’amministrazione. Anzi, bisogna affermare che la riforma costituzionale, si è sicuramente avvantaggiata nel trovare una situazione in cui l’amministrazione era già largamente devoluta alle Regioni e alle altre comunità locali. Ma oltre a dare veste costituzionale al federalismo amministrativo già realizzatosi per il tramite della legislazione ordinaria (riforma Bassanini), la revisione del titolo V determina un’importante rivoluzione del sistema, riconoscendo alle Regioni una potestà legislativa non più legata alla rigida elencazione di materie di competenza regionale fatta dal vecchio articolo 117 della Costituzione.

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela Mura
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Gianmario Demuro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 37

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Parole chiave

legge parchi
legge quadro 394/1991
parchi naturali
riserva naturale

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