Ruolo della citologia nella diagnosi di stenosi delle vie biliari
La stenosi delle vie biliari è rappresentata da una serie di patologie che hanno in comune l’ostruzione dell’albero biliare extraepatico e quindi dell’efflusso di bile. La stenosi delle vie biliari è un termine che racchiude all’interno una serie di disordini, benigni o maligni, di natura funzionale o organica che nell’insieme hanno un’incidenza relativamente rara (2:100.000 soggetti per anno).
L’incuneamento di un calcolo all’interno della via biliare extraepatica rappresenta la causa più frequente di stenosi biliare benigna seguito dalle forme stenosanti post-chirurgiche 5. Le ostruzioni biliari maligne rappresentano circa il 90% delle stenosi repertate in corso di colangiografia percutanea 1,2,3. Esse possono interessare direttamente l’albero biliare o le strutture ad esso contigue come la testa del pancreas o più raramente la mucosa duodenale. La causa più comune è il carcinoma pancreatico seguito dal colangiocarcinoma, il carcinoma della colecisti, il carcinoma ampollare, il linfoma, l’epatocarcinoma e infine dalle metastasi 4. Il colangiocarcinoma, cioè il tumore primitivo più frequente dell’albero biliare, ha una incidenza maggiore nella quinta e nella settima decade dove, tra l’altro, è più frequente nel sesso maschile che in quello femminile (5:2).
La diagnosi della natura di una stenosi delle vie biliari tende a dimostrare in prima istanza la sede della lesione, ma principalmente la natura di essa, distinguendo tra forme benigne e forme maligne. Infine, tra le forme maligne, la diagnosi ha lo scopo di definire l’estensione della neoplasia.
La diagnosi di sede risulta di solito più semplice rispetto a quella di natura e molte metodiche non invasive come l’ecografia, la tomografia e la risonanza ci vengono incontro a questo scopo.
Al contrario, la diagnosi della natura di una stenosi spesso è estremamente complicata, se non impossibile. Essa gioca un ruolo fondamentale nelle successive scelte terapeutiche e la sua corretta identificazione pre-operatoria influirà positivamente sulla prognosi e/o sulla qualità di vita del paziente.
E’ per questo motivo che nel corso degli anni si sono andate evolvendo nuove metodiche strumentali o endoscopiche per risolvere questa problematica. Ancora oggi non esiste una metodica che integri perfettamente l’efficienza con la non invasività, pertanto la scelta nell’utilizzo di una piuttosto che di un’altra si basa sostanzialmente sulle caratteristiche del paziente 6.
A prescindere dalla invasività, la metodica più affidabile alla quale poter ricorrere per fare una diagnosi corretta della natura delle stenosi del tratto biliare è sicuramente la colangiografia retrograda endoscopica. Questo esame assume rilievo in quanto permette non solo di visualizzare l’intero albero biliare, ma anche di operare indagini aggiuntive di tipo citologico o istologico, che possono aumentare la sensibilità e la specificità di questa metodica.
La citologia biliare ed il brushing endoluminare sono tecniche con alta specificità, ma sensibilità estremamente variabile a seconda delle casistiche. Questa alta variabilità dipende, in primo luogo, dalla quantità di cellule che è possibile prelevare: talvolta, infatti, la neoplasia causante stenosi può solo comprimere la via biliare e non infiltrarla, come accade nel caso dell’adenocarcinoma pancreatico; in secondo luogo dipende dal tipo di neoplasia causante la stenosi: molti tumori dei dotti biliari sono infatti di tipo scirroso ed hanno una probabilità minore di esfoliare nel lume.
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Informazioni tesi
Autore: | Rita Segantini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Medicina e Chirurgia |
Relatore: | Vito Distante |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 114 |
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