Le circoscrizioni ecclesiastiche e le circoscrizioni civili alla luce della normativa UE: il caso del Friuli Venezia Giulia
Argomento di questa tesi è capire come i confini mutano, scompaiono e tornano a ricrearsi, come influiscono, sul territorio, sull'identità, nei processi storici e religiosi.
E per comprendere ciò, guarderemo all'area di confine più controversa in Italia, quella del Friuli-Venezia Giulia, dove per i confini, tanto civili quanto religiosi, si sono scritti libri, intessuti accordi, combattute guerre.
Eppure, nonostante le violenti divisioni, rese ancora più dure dalle scelte arbitrarie della politica, sembra ancora esistere la voglia di unire quei confini, servendosi della normativa comunitaria, per andare oltre le barriere che hanno separato per anni realtà che per lungo tempo hanno rappresentato un unicum.
Inizieremo quindi con l'esaminare quale potere hanno i confini sia nella formazione delle identità, sia nella legittimazione della forza, e in quali modi essi si rappresentano.
E la potenza dei confini si è rivelata in modo violento proprio nell'area friulana, per secoli parte dell'impero austro-ungarico, tornata poi italiana alla conclusione del primo conflitto mondiale. E l'esito di un'altra guerra, e gli eventi ad essa seguenti, sarà poi la causa di altre divisioni, quelle che consegneranno all'Italia e alla Jugoslavia territori prima uniti da storie e tradizioni comuni.
Di queste divisioni ne soffrirà anche la Chiesa, costretta ad alterare la mappa delle sue diocesi a causa delle scelte della politica internazionale, contro la quale non mancò di prendere posizioni.
Sebbene tutto, però, oggi, quando tutti i conflitti si sono sanati, ed i confini e frontiere sono stati saldamente definiti, questi ultimi tornano a tenere banco.
In un'Europa integrata, dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione, è fortemente sentita l'esigenza di ritrovare identità più circoscritte territorialmente, e non un caso che le Regioni si mostrino ora sempre più pronte a tutelare le loro prerogative e specificità a livello comunitario.
Proprio sfruttando le aperture della normativa europea, è nata la proposta di un'Euroregione nel Nord Est, che unisca Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Carinzia e Slovenia in una cooperazione profonda che vada oltre le barriere, tanto fisiche quanto mentali.
Questo fa riflettere sulla forza che ha la memoria nell'influenzare scelte e comportamenti, riportando al dialogo proprio quella parte d'Europa che è stata una sola cosa per molto tempo.
E' chiaro dunque che andare verso il margine, vivere la liminarità, stare sul confine, richiede a ciascuno di noi la disponibilità di compiere un'esperienza d'apprendimento oltre le abitudini e i preconcetti.
Vivere il confine e le sue contraddizioni vuol dire esercitarsi nella pratica della tolleranza, della convivenza, dello stare fianco a fianco nonostante le rispettive particolarità. Vuol dire anche cercare di avere uno sguardo più aperto sulle cose, in grado di comprendere aspetti diversi di una stessa realtà come parti di una sola complessità.
Un’ultima riflessione sarà poi riservata ai rapporti tra confini civili e confini religiosi, che vivono entrambi gli effetti della globalizzazione e, a livello continentale, dell'integrazione europea, ma li interpretano in modo diverso.
I primi ne subiranno le conseguenze, i secondi ne potrebbero trarre beneficio.
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Informazioni tesi
Autore: | Stefania Coco |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Francesco Margiotta Broglio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 238 |
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