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Il silenzio sulla pagina. Analisi delle affinità e degli interscambi fra due mezzi espressivi: il cinema e la scrittura

L'introduzione della mia tesi recita:

"L’idea di scrivere questa tesi nasce sostanzialmente da una domanda e da una constatazione.
La constatazione: dopo aver visto un film tratto da un libro che ho letto me ne esco mogio mogio dal cinema, più che altro scontento, a volte arrabbiato. Succede quasi sempre così perché le immagini in movimento il più delle volte mi deludono se comparate alle parole scritte.
La domanda: come si fa a scrivere il silenzio sulla pagina? Come in un film, che i due protagonisti si guardano e si dicono tutto con uno sguardo?
E allora ho deciso di addentrarmi in mezzo alle peculiarità dei due mezzi espressivi per capirne di più. Soprattutto mi sono rivolto al cinema, che è quello più giovane, che conosco meno, e ho cercato i punti in cui esso dialoga con la scrittura. Assomigliandole, donandole qualcosa o rubandole qualcos’altro. Ho deciso di impegnarmi a capire perché, più o meno inconsciamente tendo, si tenda, a mettere a confronto le immagini con le parole. E nutro anche la speranza di dare una piccola risposta alla domanda che mi sono posto poco più sopra."

Alla fine sono riuscito a darmi una risposta. Per farlo ho cominciato il mio viaggio dalla nascita del cinema e da come veniva considerato all'inizio dai letterati. Ho proseguito domandandomi se il cinema fosse una vera e propria lingua e analizzando le opinioni favorevoli e contrarie.
Aggrappandomi agli studi dei formalisti russi e di Pasolini ho studiato la metafora nel cinema e ciò che le immagini possono comunicare al di là di ciò che rappresentano di per sé. Le emozioni, le idee, i sentimenti, i messaggi.

Ho approfondito la conoscenza della tecnica del montaggio cinematografico, prendendo in esame il testo scritto da un vero esperto: Walter Murch.

Ho analizzato film come Blow Up (Michelangelo Antonioni 1966), Edipo Re (Pier Paolo Pasolini 1967), Fino all'ultimo respiro (Jean-Luc Godard 1960) e ho approfondito il concetto di "nuove narrazioni" e "documentari di creazione".

Infine ho confrontato un film, stranamente nato prima del romanzo: "La bella di Lodi".
Il film viene girato nel 1963 da Mario Missiroli, su soggetto di Alberto Arbasino. Nove anni dopo Arbasino scriverà il romanzo pubblicato da Einaudi.
Un esempio pratico del connubio esistente fra cinema e letteratura: se non derivasse dal film il libro probabilmente sarebbe stato diverso, o non ci sarebbe proprio stato.

Buona lettura,
Marco

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3    Introduzione   L’idea di scrivere questa tesi nasce sostanzialmente da una domanda e da una constatazione. La constatazione: dopo aver visto un film tratto da un libro che ho letto me ne esco mogio mogio dal cinema, più che altro scontento, a volte arrabbiato. Succede quasi sempre così perché le immagini in movimento il più delle volte mi deludono se comparate alle parole scritte. La domanda: come si fa a scrivere il silenzio sulla pagina? Come in un film, che i due protagonisti si guardano e si dicono tutto con uno sguardo? E allora ho deciso di addentrarmi in mezzo alle peculiarità dei due mezzi espressivi per capirne di più. Soprattutto mi sono rivolto al cinema, che è quello più giovane, che conosco meno, e ho cercato i punti in cui esso dialoga con la scrittura. Assomigliandole, donandole qualcosa o rubandole qualcos’altro. Ho deciso di impegnarmi a capire perché, più o meno inconsciamente tendo, si tenda, a mettere a confronto le immagini con le parole. E nutro anche la speranza di dare una piccola risposta alla domanda che mi sono posto poco più sopra. Il progetto multimediale correlato alla tesi cartacea prende in considerazione un film e un libro omonimi, dal titolo La bella di Lodi. Ho scelto proprio questo testo perché la sua genesi è singolare, visto che è tratto da un soggetto il cui autore ha poi collaborato alla stesura della sceneggiatura e alla regia e poi, dieci anni dopo, ha scritto il libro. Penso che sia un esempio del dialogo fra mezzi espressivi perché probabilmente, senza questo scambio il libro sarebbe stato diverso. O non ci sarebbe proprio stato. L’utente può usufruire dei contenuti nel modo che desidera. Si può leggere il testo solamente, o guardare tutto il film, oppure, guardare ogni singola scena con a fianco la parte di libro corrispondente. Insomma, si può liberamente navigare da un mezzo espressivo all’altro.

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