Il D. Lgs. 231/2001: l'impatto del modello ''esimente'' sul sistema di controllo interno
In seguito all’ impressionante serie di scandali che, nel corso degli ultimi anni, ha investito l’economia mondiale e italiana, si è ritenuto opportuno dar luogo a quest’elaborato partendo da uno studio dell’evoluzione, progettazione, implementazione e valutazione dei sistemi di controllo inter-no aziendali e la collocazione degli stessi nel più ampio sistema di Corporate Governance, tenendo conto soprattutto dei notevoli risvolti che in materia ha provocato l’introduzione del D. Lgs 231/2001.
A tal fine, l’analisi si articola in tre capitoli.
Nel primo capitolo, si è reso necessario presentare un quadro completo del sistema di gover-nance statunitense che ha rappresentato (e rappresenta tuttora) il quadro di riferimento per l’evoluzione della corporate governance italiana.
In particolare, si è fatto riferimento all’autorevole e imprescindibile contributo del CoSO Re-port statunitense del 1992, considerato come best practice di riferimento per l’architettura dei siste-mi di controllo interno, e dell’Enterprise Risk Management Framework, pubblicato nel settembre 2004. Partendo dall’analisi di questi framework, si è cercato di presentare un quadro completo dei componenti che dovrebbero caratterizzare un efficace sistema di controllo interno. L’approccio uti-lizzato tiene conto del nuovo cambio di paradigma che ha coinvolto i sistemi di controllo, che sono passati da semplici modelli di verifica di compliance a metodi di controllo dei rischi sempre più in-tegrati nella più ampia struttura di Enterprise Risk Management.
Sulla falsariga dell’esperienza americana, è stato presentato, poi, l’Addendum italiano al Co-SO Report che va sotto il nome di Progetto Corporate Governance per l’Italia, che ha dato il via ad un susseguirsi di provvedimenti legislativi destinati a sconvolgere la corporate governance italiana.
Tra questi si è ritenuto opportuno evidenziare i tratti salienti del D. Lgs. n. 6/2003 (Riforma del diritto societario) in merito ai nuovi modelli di amministrazione e controllo (dualistico e moni-stico) che caratterizzano le società di capitali.
Infine, in appendice al primo capitolo, per concretizzare quanto esposto in precedenza, si è ri-tenuto utile riportare una scheda di valutazione del sistema di controllo interno per favorire gli sta-keholders nella verifica dell’efficacia e adeguatezza dello stesso.
Una volta illustrato il quadro di riferimento della corporate governance italiana, quindi, nel secondo capitolo è stato presentato, nei tratti prettamente giuridici (soggetti, criteri d’imputazione, reati, sanzioni, vicende modificative, processo), il D. Lgs. 231/2001, con il quale è stata introdotta nel nostro ordinamento la responsabilità apparentemente amministrativa, ma sostanzialmente pena-le, a carico degli enti per i reati commessi dai propri dipendenti.
Partendo, da un’attenta analisi dell’ampia gamma di soggetti coinvolti dalla normativa e dei reati contemplati dalla stessa, si è tentato di sensibilizzare il lettore alla reale portata innovativa del-la novella, soffermando l’attenzione particolarmente sulle gravi conseguenze e sanzioni cui l’ente potrebbe incorrere (si parla addirittura di interdizione dall’attività!).
Naturalmente, per ravvisarsi una fattispecie oggetto di responsabilità amministrativa-penale ex D. Lgs. 231, è necessaria la presenza di determinati requisiti oggettivi (il reato sia commesso nell’interesse e a vantaggio dell’ente) e soggettivi (il reato sia commesso da soggetti che rivestono una posizione apicale nella struttura dell’ente medesimo ovvero da soggetti sottoposti alla vigilanza di questi ultimi).
Affinché l’ente possa essere dichiarato responsabile occorre, altresì, che il reato commesso costituisca espressione della politica aziendale, ovvero quanto meno derivi da una “colpa di orga-nizzazione”, intesa come mancata adozione di presidi necessari ad evitare che il reato sia commesso (ed ecco lo stretto legame con i sistemi di controllo interno).
Al fine di valorizzare la funzione preventiva del sistema introdotto, infatti, il legislatore pre-vede l’esclusione della responsabilità dell’ente nel caso in cui questi abbia adottato ed efficacemen-te attuato modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verifi-catosi nonché abbia provveduto alla costituzione di un organismo di controllo ad hoc che assumes-se compiti di vigilanza sul funzionamento, sull’osservanza e sull’aggiornamento del modello.
L’analisi della fasi di costruzione ed implementazione del suddetto “modello esimente” (in appendice viene rappresentato anche graficamente) e le caratteristiche sostanziali dell’Organismo di vigilanza sono esplicito oggetto del terzo ed ultimo capitolo della trattazione.
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Informazioni tesi
Autore: | Carlo De Luca |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Raffaele Prof. D'Alessio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 189 |
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