Lo sviluppo del tatto per l'apprendimento del bambino cieco
Quando si affronta il problema dell’educazione del non vedente, bisogna tenere opportunamente conto della carenza di cui è portatore e dell’impiego dei sensi residui per acquisire le necessarie conoscenze per vivere.
Il tatto, che è oggetto della nostra indagine, ha una funzione di primaria importanza anche se non va disgiunto dagli altri sensi con i quali deve necessariamente interagire.
Il presente lavoro si sofferma sugli aspetti didattici e neurofisiologici, ma con ciò non si considera esaurito l’impiego che il non vedente fa del tatto al di là delle pure esperienze scolastiche.
Il tatto è, infatti, anche mezzo di fruizione estetica e, in proposito, si accenna alla fruizione di un’opera di scultura. Non meno importante è la considerazione sulle attività lavorative che notoriamente il non vedente è chiamato a svolger: massofisioterapia, centralinismo, …
E’, quindi, in funzione del raggiungimento di questi obiettivi che bisogna porsi il problema dell’educazione tattile i cui effetti incideranno profondamente sull’intera vita del privo della vista.
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Informazioni tesi
Autore: | Carmela Palermo |
Tipo: | Tesi di Specializzazione/Perfezionamento |
Specializzazione in | Corso Biennale di Specializzazione Polivalente |
Anno: | 1988 |
Docente/Relatore: | Francesco Gatto |
Istituito da: | Università degli Studi di Messina |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 31 |