Forme di mobilità in Valle Po: il caso dei lavoratori cinesi
Qualsiasi vallata porta con sé una storia antica fatta di trasferimenti, spostamenti e di innumerevoli cambiamenti. Questa tesi vuole dimostrare che la mobilità territoriale non è soltanto un requisito tipico delle società moderne, ma è anche una prerogativa che appare costantemente presente nella storia delle culture alpine. Per secoli la Valle Po ha registrato notevoli spostamenti della popolazione locale: trasferimenti verso la Francia durante il periodo delle fienagioni, verso le zone di pianura o verso l’America. Dal 1980 in poi, la Valle Po da terra di emigrazione si trasforma a terra di immigrazione ed è così che in pochi anni cambia il volto di questa vallata, che inizia a popolarsi rapidamente di nuovi contenuti culturali provenienti dall’Albania, dal Marocco e dalla Cina. In modo particolare ho analizzato il fenomeno migratorio cinese definendone i tratti ed analizzandolo sia nel contesto socio-economico, culturale e giuridico del Paese di accoglienza (l’Italia), sia in quello della regione di provenienza (lo Zhejiang). Ho analizzato l’immigrazione cinese nel panorama legislativo italiano delineando le leggi che hanno accompagnato l’immigrazione in Italia negli ultimi vent’anni e approfondendo i temi del ricongiungimento familiare e della clandestinità. L’analisi dei dati rilasciati dagli istituti scolastici della Valle Po, dalle agenzie formative e dal Centro Territoriale Permanente di Saluzzo, ha permesso di valutare se gli enti pubblici e privati presenti sul territorio propongono attività didattiche e formative valide capaci di favorire l’apprendimento della lingua italiana e l’integrazione dei cittadini cinesi con la realtà locale
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Informazioni tesi
Autore: | Elisa Perotti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Formazione dei formatori |
Relatore: | Paolo Sibilla |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 219 |
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