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Deterioramento cognitivo e riabilitazione: descrizione di un caso clinico

Il lavoro, nato dall'osservazione di un paziente con esiti di encefalopatia post-anossica di origine traumatica, è suddiviso in quattro capitoli.
Dopo un'attenta analisi dei principali quadri clinici di demenza ampio spazio è stato dedicato alla sintomatologia neuropsicologica in pazienti con lesioni cerebrali acquisite ed alla loro riabilitazione cognitivo-comportamentale. Nell'ultimo capitolo è stato descritto il caso clinico con lo scopo di valutare gli obiettivi raggiunti attraverso il trattamento effettuato nel corso degli anni e realizzato attraverso l'elaborazione di progetti individuali basati su metodiche cognitivo-comportamentali. Questo approccio è stato al centro della mia ricerca poichè da diversi studi emerge quanto questo possa essere utile su pazienti post-traumatici, sui quali è difficile, se non impossibile, intervenire con metodiche più classiche o effettuare una terapia del profondo.
In questi casi l’obiettivo primario deve essere, soprattutto, quello di migliorare la qualità della vita del paziente e della sua famiglia, lavorando sul mantenimento delle abilità residue e sul loro incremento al fine di consentire una buona autonomia e, quando questo è possibile, un buon reinserimento sociale.
I risultati della ricerca indicano notevoli miglioramenti in diverse aree, anche se, nonostante il consolidamento di obiettivi importanti, non sembra esserci stata una sufficiente generalizzazione nel contesto ecologico. Ciò conferma quanto già riferito da numerosi Autori.

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IV INTRODUZIONE Questo lavoro nasce da un’esperienza di tirocinio svolta presso un Centro di Riabilitazione in cui ho avuto modo di osservare un paziente affetto da deterioramento cognitivo post-traumatico. Quando si parla di deterioramento cognitivo (o demenza) si fa riferimento ad una patologia che compromette in toto la nostra realtà di essere umani, che coinvolge non solo la sfera cognitiva, ma anche quella affettiva, che riguarda non solo l’individuo, ma anche la sua famiglia e la società. Il termine demenza, infatti, si riferisce ad una sintomatologia che interessa, innanzi tutto, la memoria, dunque, la capacità di affrontare situazioni quotidiane, di essere coscienti del proprio passato e registi del proprio futuro. Il paziente affetto da deterioramento cognitivo può non ricordare episodi molto importanti della propria vita, non ricordare ciò che gli è appena accaduto e ciò che dovrà fare a breve, anche se gli è stato appena suggerito. La demenza, inoltre, può compromettere la possibilità di esprimersi e di comprendere, può interferire spesso con la capacità di riconoscere oggetti e persone familiari o con l’abilità di compiere movimenti volontari. Può, inoltre, danneggiare la capacità di progettare, organizzare, mettere in sequenza, astrarre; questo rimette in discussione la capacità critica dell’individuo, la sua consapevolezza di sé e dunque la possibilità di vivere una vita in completa autonomia. Per queste ragioni stare a contatto con persone affette da demenza può suscitare profonde emozioni, ma quando il deterioramento cognitivo è provocato da fattori traumatici l’impatto è ancora più forte poiché chi ne è coinvolto si trova costretto a fronteggiare un evento imprevedibile, vista anche la giovane età dei pazienti interessati. Chiaramente il quadro sintomatologico è differente a seconda dell’eziologia, della sede della lesione, di altri fattori che interferiscono in fase acuta e della storia pre-morbosa del paziente.

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