Mazzini nell'ideologia del fascismo
Durante l’era fascista opere pubblicate e discorsi pronunciati su Giuseppe Mazzini sono stati molto più numerosi che in qualunque altro periodo della storia italiana post-risorgimentale. Una percentuale non inferiore al 20% delle più floride organizzazioni repubblicane d’Italia assunsero infatti un atteggiamento filofascista, in aperto contrasto con l’orientamento annunciato dal partito al XVI Congresso Nazionale del 1922. Tuttavia, l’aderenza di una parte del repubblicanesimo italiano al fascismo rappresentò solo uno degli affluenti attraverso cui il fascismo ereditava i motivi della tradizione mazziniana. Fu generalmente mazziniano quella parte del sindacalismo rivoluzionario evolutosi in “nazionale” tra guerra libica e guerra mondiale. Lo stesso squadrismo ricollegava esplicitamente lo spirito volontaristico, il culto della nazione, la propria concezione religiosa della politica alla tradizione mazziniana. La lettura di Mazzini o comunque la frequentazione di un ambiente famigliare e culturale influenzato dal mazzinianesimo svolse poi un ruolo importante nella formazione politico-culturale di tanti fascisti, e non solo gerarchi o volti noti del regime, ma anche in molti meno noti, quando non del tutto sconosciuti. Con sfumature diverse, Mazzini esercitò un’influenza di rilievo nel pensiero di Grandi, Balbo, Cantimori, Bottai, Gentile, Olivetti e dello stesso Mussolini.
Per ragioni politiche, solo negli ultimi anni l’interesse fascista verso il pensiero mazziniano è stato oggetto di studio, e comunque mai nell'ambito di una trattazione specifica e sistematica del ruolo attribuito a Mazzini nell’ideologia del fascismo.
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Informazioni tesi
Autore: | Paolo Benedetti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Giovanni Belardelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 251 |
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