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Donne e pubblicità: oltre alle gambe c'è di più! - Perché (e come) la figura femminile è sempre stata usata in pubblicità

La pubblicità, da semplice funzione commerciale che doveva essere, è diventata una sorta di terreno di prova per le nuove tendenze, la conferma di quelle vecchie e lo specchio di quelle attuali. Quando tende all’autoreferenzialialità, è possibile che il prodotto pubblicizzato si perda nella disperata ricerca di un linguaggio comunicativo efficace, ma lo spot - il manifesto o il servizio fotografico - resta impresso nella nostra mente sotto forma di immagini o sensazioni; e chissà, magari indirettamente quelle immagini o sensazioni spingeranno - inconsciamente - i consumatori all’acquisto del prodotto. Il moderno messaggio pubblicitario punta proprio a questo e l’opera di convincimento del consumatore è diventata opera di persuasione. In questa direzione muove l’analisi che segue: perché si usa la donna in pubblicità? Cosa rende questo espediente così funzionale all’obbiettivo perseguito dai pubblicitari e dalle aziende?Nel testo che segue sono riportati tre punti fondamentali identificati da Gianluigi Falabrino, Relatore di questa tesi:
1- per una ragione di psicologia istintiva, dato che vendere vuol dire convincere e persuadere, la pubblicità cerca di sedurre gli uomini con la grazie e la bellezza femminili e sedurre le donne puntando sull’identificazione;
2- per una ragione antropologica, come già intuito da Levi-Strauss, la donna è stata la prima moneta di scambio tra gli uomini. Ida Magli afferma a tal proposito che, se la donna è moneta, è anche comunicazione;
3- è l’ “Effetto specchio”. Chiara Simonigh, identificando la pubblicità come forma d’arte, le conferisce la valenza di specchio dell’immagine e di veicolo di convincimento e identificazione per il destinatario del messaggio pubblicitario.

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3 INTRODUZIONE “This is a man's world - this is a man's world - but it would be nothing - nothing without a woman to care”. É un mondo di uomini, diceva il mitico James Brown (che ci ha lasciati in questo Natale 2006), ma sarebbe nulla, senza una donna per la quale preoccuparsi. La canzone “It’s a man’s, man’s world” faceva da sottofondo ad uno spot di qualche anno fa, dove un ragazzotto troppo preso da se stesso si imbarcava su un aereo privato congedando la sua ragazza con una frase che, in tutta la sua arroganza, finiva con: “…e mi sposerai, vero?” L’ aereo decollava e la ragazza montava con determinazione sulla sua ‘Ford Focus’ e, in una serie di manovre da stunt-man, ‘scriveva a suon di sgommate’ la parola ‘NO’, a caratteri cubitali (abbastanza grossi perché si leggessero dal cielo) sullo sterrato. Il fidanzato, nell’assoluta convinzione che la sua ‘proposta di matrimonio’ non fosse stata respinta, buttando lo sguardo verso il basso, deve rassegnarsi ad uno smacco di dimensioni colossali! In quanto appartenente alla comunità femminile, devo dire che quello spot è stato quasi una soddisfazione. La prima volta che lo vidi, restai in silenzio qualche secondo…dopo di che non potei fare a meno di applaudire; che soddisfazione deve essere, per una donna, liquidare in modo così grandioso un uomo che non la merita! In effetti è incredibile quanto la pubblicità riesca a volte a colpire nel segno. Magari non comprerò mai una ‘Ford Focus’, ma è sicuro che quello spot rimarrà nella mia mente ancora a lungo. La pubblicità, da semplice funzione commerciale che doveva essere, è diventata una sorta di terreno di prova per le nuove tendenze, la conferma di quelle vecchie e lo specchio di quelle attuali. Quando tende all’autoreferenzialialità, è possibile che il prodotto pubblicizzato si perda nella disperata ricerca di un linguaggio comunicativo efficace, ma lo spot - il manifesto o il servizio fotografico - resta impresso nella nostra mente sotto forma di immagini o sensazioni; e chissà, magari indirettamente quelle immagini o sensazioni spingeranno - inconsciamente - i consumatori all’acquisto del prodotto. Il moderno messaggio pubblicitario punta proprio a questo e l’opera di convincimento del consumatore è diventata opera di persuasione. In questa direzione muove l’analisi che segue: perché si usa la

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