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Etnografia organizzativa: analisi del processo decisionale in un servizio pubblico.

La ricerca svolta si può collocare nell’ambito della psicologia culturale, e dato che il contesto d’indagine è un’organizzazione l’approccio teorico di riferimento è la psicologia culturale delle organizzazioni.
Con questo lavoro di ricerca si è voluto dimostrare come il processo decisionale in ambito clinico sia vissuto come un momento collettivo e negoziato che non può prescindere dal contesto in cui agiscono gli attori sociali. In particolare si sono analizzate le pratiche di lavoro d’équipe di un servizio pubblico partendo dall’ipotesi che il processo decisionale in quell’ambito sia un incontro tra le valutazioni degli operatori, le richieste degli utenti e le offerte delle strutture esterne.
La ricerca è stata svolta sull’analisi di interviste narrative, somministrate a quattro operatori sulle pratiche del lavoro d’équipe. I soggetti lavorano nel Centro Diurno e di Pronta Accoglienza per tossicodipendenti dove ho svolto il tirocinio.
In linea con quanto ho detto la scelta metodologica ricade sull’etnografia organizzativa in quanto utilizza le azioni sociali, i simboli, gli artefatti e le pratiche quotidiane come rappresentazioni di una cultura condivisa e negoziata tra gli attori sociali. Inoltre intrinseca alla metodologia è la valorizzazione dell’interpretazione degli agenti sociali del contesto in cui lavorano. A tal fine ho somministrato l’intervista narrativa in quanto attraverso un racconto autobiografico permette di raccogliere informazioni circa il contesto, gli attori sociali e le interazioni tra essi. Le aree indagate durante l’intervista riguardano i momenti in cui vengono prese le decisioni soffermandosi sulle negoziazioni utilizzate, sul ruolo dell’utente e sulle criticità del contesto.
Attraverso l’analisi delle trascrizioni delle interviste emerge una visione condivisa del processo decisionale vissuto come un momento collettivo.
Infatti un dato rilevante è la centralità degli incontri di Staff caratterizzati da una riflessione collettiva e condivisa e un confronto paritario tra tutti gli operatori. Riflessione che interessa sia i casi che la filosofia d’intervento del servizio stesso. Come è stato più volte sottolineato da tutti i soggetti durante le interviste, è indispensabile, per il funzionamento del lavoro d’équipe, condividere la stessa filosofia d’intervento anche come linea guida da seguire nei rapporti con la altre strutture o in caso di decisioni individuali. È opportuno sottolineare come la strategia d’intervento viene spesso ridiscussa proprio per la flessibilità intrinseca al servizio stesso e per l’importanza che viene data all’individuo e alle sue caratteristiche. In questo modo si personalizza il programma terapeutico in base all’utente e alle sue esigenze considerando anche gli ostacoli o le facilitazioni che derivano dagli inevitabili rapporti con le altre strutture.
Il tema della flessibilità conferma l’ipotesi sostenuta che vede il processo decisionale come un incontro tra tre attori principali: operatori, utenti e strutture.
Infatti altri due dati rilevanti riguardano proprio l’influenza degli utenti e delle strutture esterne nel processo decisionale.
In riferimento agli utenti è stato più volte sottolineato come siano fautori del proprio programma terapeutico decidendone la modalità, i tempi e l’intensità di partecipazione, anche attraverso le richieste esposte, la domanda portata e le esigenze individuali. È percepita molto forte la presenza dell’utente soprattutto durante le riunioni di Staff, durante i quali avviene il monitoraggio del percorso di ognuno seguendone ogni cambiamento. Inoltre vengono riportate alle riunioni tutte le richieste esplicitate durante la settimana o durante i gruppi e si riflette, a volte anche insieme all’utente stesso, sui significati da attribuire ad ogni richiesta e sulla risposta effettiva da dare all’utente. Inoltre è sensato dire che c’è un incontro e un’integrazione tra il processo decisionale dell’utente stesso e quello degli operatori che ha come risultato la decisione circa il percorso terapeutico da seguire.
Per quanto riguarda i rapporti con le altre strutture, un dato rilevante è rintracciabile nella condivisione delle problematiche legate alla gestione del servizio stesso o ai rapporti con le altre strutture, compito di pertinenza del responsabile che invece condivide con l’équipe. Le problematiche affrontate possono riguardare sia gli invii degli utenti che le diverse modalità di lavoro delle altre strutture.
Concludendo, i risultati delle analisi hanno confermato come il processo decisionale nei contesti socio-sanitari sia un momento collettivo e negoziato.

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4 Introduzione Il tema della presente ricerca riguarda l’analisi del processo decisionale adottato dall’équipe di un Centro Diurno di Pronta Accoglienza per tossicodipendenti, dove io ho svolto il tirocinio. Il focus inerente alle pratiche del lavoro d’equipe, si sofferma in particolare sulle decisioni circa il percorso degli utenti. L’ipotesi sostenuta è che la presa di decisione in ambito organizzativo, in maniera specifica nei contesi socio-sanitari, sia un processo collettivo e contestualizzato, inoltre le decisioni prese sono condivise e contrattate. Questo tema, sembra non essere stato preso in considerazione nell’ambito della ricerca psicologica quanto in quella sociologica ed economica, ed anche in questi casi i contesti erano principalmente aziende con riferimento ai livelli dirigenziali. L’approccio teorico di riferimento è la psicologia culturale, in particolare la psicologia culturale delle organizzazioni. Il punto di partenza è analizzare le organizzazioni come culture e le pratiche quotidiane agite dagli attori sociali all’interno delle organizzazioni come risultato delle continue costruzioni e negoziazioni all’interno del sistema. Nel primo capitolo esporrò la teorizzazione della psicologia culturale sulle organizzazioni in un’ottica postmoderna ed emica che evidenzia l’inscindibilità della cultura dalle azioni sociali. Nel secondo capitolo mi soffermerò sulla metodologia utilizzata: l’etnografia organizzativa. La scelta metodologica è intrinseca alla metodologia in quanto l’etnografia parte dal presupposto che per conoscere una cultura sono indispensabili le interpretazioni degli attori sociali stessi. Inoltre occupandosi di organizzazioni, punta a raccogliere dati sulle azioni sociali, sugli artefatti, i simboli e le attività quotidiane come rappresentazioni della cultura, ricchi di un significato negoziato e condiviso tra gli attori sociali.

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Ventura
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Alessandra Talamo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 80

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Parole chiave

contesti socio-sanitari
etnografia organizzativa
intervista narrativa
processo decisionale
psicologia culturale

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