Nuovo mondo dell’informazione: nuove tecnologie e campo giornalistico
Con il presente lavoro ho analizzato l’evoluzione e le modificazioni del campo giornalistico, con riguardo alle interazioni fra gli attori in campo, particolare interesse, all’attività giornalistica con l’avvento dei new media, ed ai prodotti di prodotti di tale attività. Oggi il giornalismo grazie: alla standardizzazione delle routine produttive, all’evoluzione tecnologica, ad un fenomeno di concentrazione degli assetti proprietari, è giunto non più a veicolare prodotti destinati esclusivamente ad un elite, ma con strategie comunicative volte all’impiego di vari supporti mediali, a sensibilizzare la quasi totalità della sfera pubblica e fasce di pubblici prima del tutto estranei al consumo culturale.
Ha sicuramente avuto un ruolo importante l’alfabetizzazione crescente, non solo in termini di maggiore educazione, ma anche d’alfabetizzazione tecnologica che da un lato causa information overload e dall’altro stimola una maggiore attitude verso l’informazione stessa da parte dei pubblici. Il riposizionamento è certamente fondamentale nel senso di semplificare i contenuti in frame prestabiliti, per facilitarne la comprensione, ma al tempo stesso ciò ostacola un’autonoma e corretta analisi degli eventi. La crescita del flusso informativo è anche una diretta conseguenza dell’aumento delle esigenze di visibilità degli attori sociali ed all’esposizione di un numero sempre maggiore di individui ai media. Quindi gli attori sociali per procurarsi visibilità pubblica, necessitano di impiegare professionisti della comunicazione anche giornalistica, da cui deriva la tendenza a moltiplicare le forme ed i contenuti del giornalismo. Il processo inarrestabile di concentrazione degli assetti proprietari condiziona:la completezza e l’obbiettività delle notizie, perché propone l’affermazione della logica del profitto, che nei media si traduce con l’acquisizione di maggiori quote di mercato facilitando il consumo attraverso un livellamento qualitativo dei prodotti, in pratica globalmente siamo di fronte ad un aumento delle soft news ed un crescente avvicinamento dei contenuti di qualità a quelli del giornalismo popolare. Questi i fattori che hanno favorito un riassetto del panorama editoriale tout court negli ultimi 30/40 anni. Il giornalista attraverso il fenomeno dell’agenda setting ed in genere con la sua attività ha sempre avuto la capacità di influenzare l’opinione pubblica.
La standardizzazione delle routine prod. non è una novità, bensi è una caratteristica fonadamentale della notizia, in quanto merce che dev’essere venduta. La popolarizzazione dei contenuti dell’informazione deriva invece dall’evoluzione tecnologica, che ha messo a disposizione l’informazione per gli analfabeti e per i non lettori, oppure con internet, che ha permesso una disponibilità illimitata ed in tempo reale di informazioni. Le notizie avendo ormai una veicolazione totale relegano il giornalista ad un ruolo intermedio, tra il fruitore e la notizia. Infatti se una volta erano i giornalisti, in base alle loro esigenze comunicative, a plasmare i media utilizzandoli come veicolo dei contenuti e delle notizie, che loro stessi dovevano procurarsi, oggi sono i media, che per loro natura costringono i giornalisti ad occuparsi della selezione delle notizie che arrivano copiose in redazione (attività che viene chiamata di Gate –keeping). Queste nuove forme di informazione giornalistica hanno in seno la possibilità di scardinare, nel sistema Italia, quei canali privilegiati che legano informazione, economia e politica, o perlomeno aggirarli, aumentando lo spazio per una informazione meno politicamente oppressa. Chiaramente la sfida centrale in tale ambito è conferire a tali forme alternative, come il blog, un elevato grado di rispetto, di credibilità, di affidabilità. Per questo, ancora una volta, è necessario che i giornalisti stessi ne favoriscano uno sviluppo sostenibile, all’interno di quelle coordinate di cui sopra. La chiave per il mantenimento dello status quo, da parte della classe dei giornalisti, rappresenta la tendenza alla diversificazione, alla specializzazione nella produzione di prodotti di qualità, in linea con le tendenze dei mercati. Essi dovranno essere capaci prima di tutto di stimolare l’intelligenza e la selettività dei fruitori, attirandoli verso contenuti nuovi e qualitativamente allettanti (lavorando nella cosiddetta modalità pull), invece di spingerli verso frammenti molto ridotti e semplificati di notizie (modalità push). I giornalisti dovranno, inoltre, svolgere una funzione guida nella globalità e nella selezione delle informazioni, non utilizzando l’intento di conquistare nuovi pubblici, ma di educarli ad una coscienza civica che permetta loro un’opinione indipendente caratterizzata dalla volontà all’approfondimento.
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Informazioni tesi
Autore: | Emanuele Aco |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università per stranieri di Perugia |
Facoltà: | Lingua e Cultura Italiana |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Rolando Marini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 62 |
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