Studio e recupero del mausoleo di Costanzo Ciano a Livorno
Studio e recupero del Mausoleo dedicato a Costanzo Ciano a Livorno
Prof. Relatrice: Dott.ssa Daniela Fonti - Laureando: Federico Scaroni
Tesi discussa il 18/09/03 con votazione di 110/110
Storia e descrizione del Monumento
Il mausoleo dedicato a Costanzo Ciano a sud di Livorno è uno di quei monumenti che per storia e concezione meritano di stare in un’ipotetica galleria di opere monumentali dimenticate e rimosse dalla memoria storica del nostro paese.
Progettato ed edificato tra il giugno del 1939 (mese della morte del gerarca fascista) e il 25 luglio del ‘43 (data della caduta del regime), è poi rimasto incompleto e abbandonato all’incuria. Il mausoleo, trenta metri in elevazione, venne concepito da Arturo Dazzi, illustre scultore e accademico del periodo, come una struttura voltata a due piani in cemento armato, sormontato da una grande statua alta 12 metri raffigurante Costanzo Ciano in abito da marinaio, quasi a ricordarne le gesta di eroe della Marina durante la Grande Guerra. Grandi gruppi scultorei dovevano adornarne il sepolcro. Poco distante dal monumento, compiuto nel solo piano terra, sorgeva un’alta torre/faro di circa 50 metri di altezza a forma di Fascio, distrutta nel 1944 dai Tedeschi in ritirata e ora sommersa dalla macchia mediterranea.
Il progetto finale venne realizzato dall’architetto Gaetano Rapisardi, già autore delle facoltà di Lettere e Giurisprudenza dell’Università La Sapienza di Roma e che più tardi avrebbe lavorato con Dazzi alla chiesa del Don Bosco, sempre a Roma.
L’ispirazione formale era decisamente derivata dall’allora dominante stile imperiale, con cui si stava edificando l’E42, e d’altronde molti personaggi dell’”elite” artistica e politica del regime si interessarono direttamente al monumento, come C. E. Oppo, A. Starace e naturalmente Galeazzo Ciano. Una parte del mio lavoro è consistita nel recuperare le lacune biografiche su Dazzi inerenti il mausoleo. Durante la ricerca poi, è emersa la realtà particolarissima di un cantiere di un opera grandiosa, portato avanti con grande impiego di mezzi e fondi nel contesto della II guerra mondiale, quando ormai il regime era sul punto di cadere. Grazie alla restituzione digitale dei disegni originali ho potuto realizzare una ricostruzione virtuale dell’aspetto che avrebbe dovuto assumere il mausoleo una volta completato.
Ipotesi di recupero
Dalla caduta del regime, la vegetazione intorno e dentro il rudere è cresciuta, conferendogli un aspetto tetro. Simile sorte è toccata non solo al monumento, ma anche alla sua memoria: le statue che avrebbero dovuto decorarlo, sono disperse per l’Italia tra Livorno, le cave della Sardegna e Forte dei Marmi, residenza di Dazzi.
Forse adesso a distanza di sessant’anni si può pensare di riutilizzare il mausoleo, un luogo che per la sua storia è ormai divenuto una moderna rovina fisica e concettuale, rendendola viva per nuovi usi urbani, colmando di fatto un grande vuoto per la città di Livorno e per la sua storia.
Il progetto di recupero ipotizza sia gli interni che gli esterni il più possibile coerenti con l’aspetto che hanno assunto nel corso dei decenni, per rispettarne la storia e per poterne permettere l’utilizzo in termini di sicurezza e accessibilità. Il risultato porterebbe a fruire di un’aula semibasilicale polivalente, sulle cui volte si potrebbero proiettare estratti dalla storia del monumento e dei suoi autori, permettendo al mausoleo una “musealizzazione di se stesso”. Il giardino interno, isolato dall’aula attraverso una vetrata, verrebbe allestito a sorta di “Giardino della Memoria”. Dal tetto, nuovamente accessibile, si potrebbe giungere nel punto più elevato e godibile del Panorama sul Mar Tirreno. Il parco attorno al mausoleo diverrebbe un percorso naturalistico punteggiato da copie in cemento delle statue originali.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Federico Scaroni |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Architettura |
Corso: | Architettura |
Relatore: | Daniela Fonti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 59 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Architettura e memoria. Proposta di recupero dei silos granari del porto di Genova
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi