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Doppio Processo: il caso Moro. protagonisti, eventi e ripercussioni nell'opinione pubblica

Aldo Moro, un politico stato caratterizzato per un pensiero spesso lungimirante, aveva intuito che nel Paese ci fossero spinte sovversive, fomentate dal movimento del 77, che avrebbero voluto la Dc sui banchi di un processo popolare da tenersi nelle piazze, come di lì a pochi giorni sarebbe accaduto al sindacalista della Cgil Luciano Lama.
Anche l'opinione pubblica si muoveva in questa direzione, vari articoli di Pier Paolo Pasolini, che aveva iniziato la sua critica politica dalla nozione di Palazzo contrapposta al Paese, ritenevano necessario un procedimento giudiziario a carico del partito cardine del trentennio della Repubblica Italiana. Pasolini, in questi scritti aveva visto nel Pci il possibile accusatore e giudice della Dc; ma questo non avvenne, e a processare la Democrazia Cristiana, e il suo massimo esponente, fu il movimento delle Brigate Rosse, il quale peraltro era già sotto processo a Torino.
Le stesse Brigate Rosse, infatti, nei loro comunicati, sottolineano frequentemente e molto insistentemente il fatto di essere a capo di un "processo al regime democristiano",nelle vesti di un fantomatico "tribunale del popolo", che agisce in nome di una collettività proletaria dalla quale si sentono pienamente legittimati.
Tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978, l'Italia ha vissuto dunque il culmine di un doppio processo che si prolungava ormai da anni, e che vedeva contrapposti da un lato la Repubblica Italiana e dall'altro l'organizzazione terroristica delle Brigate Rosse.
In questi 55 giorni, si svolgono quindi contemporaneamente due processi: uno, peraltro già in corso prima del 16 marzo, a Torino nei confronti del nucleo storico delle Br; ed uno a Roma a carico dell'Onorevole Aldo Moro.
La difficoltà della situazione è testimoniata dal fatto che i due "procedimenti giudiziari", uno di giustizia legalitaria e l'altro di "giustizia proletaria", procedono di pari passo, fino a giungere ad una richiesta di scambio di prigionieri.
Oggetto, di questa tesi è dunque questa fase della "notte della Repubblica", per usare il titolo di una famosa trasmissione televisiva di Sergio Zavoli, dei suoi protagonisti e delle sue ripercussioni nell'Italia degli anni Settanta, nella sua componente politica e in quella dell'opinione pubblica.

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preview.doc 6 INTRODUZIONE A chiunque voglia travolgere globalmente la nostra esperienza; a chiunque voglia fare un processo morale e politico, come si è detto cinicamente, sulle piazze, noi rispondiamo con la più ferma reazione all’opinione pubblica che non ha riconosciuto in noi una colpa storica e non ha voluto che la nostra forza fosse diminuita. Aldo Moro 11 Marzo 1977 Si sta attuando in tutto il paese, con l'iniziativa delle avanguardie combattenti, il PROCESSO AL REGIME che pone sotto accusa i servi degli interessi delle Multinazionali, che smaschera i loro piani antiproletari, che è rivolto a distruggere la macchina dell'oppressione imperialista, lo Stato Imperialista delle Multinazionali. Il processo al quale è sottoposto Moro è un momento di tutto questo. Deve essere quindi chiaro che il Tribunale del Popolo non avrà né dubbi né incertezze, quanto meno secondi o "segreti" fini ma saprà giudicare Moro per quanto lui e la DC hanno fatto e stanno facendo contro il movimento proletariato. Brigate Rosse 4 aprile 1978 – Comunicato n° 4 Dunque: indegnità, di sprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la CIA, uso illecito di enti come il SID, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna, distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità delle degradazione antropologica degli italiani, responsabilità della condizione, come si usa dire, paurosa delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità dell'abbandono selvaggio delle campagne, responsabilità dell'esplosione della cultura di Massa e dei Mass Media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione, responsabilità del decadimento della Chiesa e infine, oltre a tutto il resto, magari anche distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori. Ecco l'elenco, l'elenco morale dei reati commessi da coloro che hanno governato l'Italia negli ultimi trent'anni e specie negli ultimi dieci: reati che dovrebbero trascinare almeno una dozzina di potenti democristiani sul banco degli imputati, in un regolare processo penale, simile, per la precisione, a quello celebrato contro Papadopulos egli altri colonnelli. PierPaolo Pasolini Corriere della Sera 24 agosto 1975

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