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L'impatto del Nuovo Accordo Basilea 2 sul rischio di credito: i rating interni

La mia tesi tratta dell'impatto della Nuova discipliana Basilea 2 sul rischio di credito. Inizialmente viene brevemente introdotta la nuova discipliana e in particolare viene fatto riferimento al rischio di credito. Successivamente sono introdotte le metodologie di rating interno e i requisiti che le banche dovranno rispettare per poterli utilizzare. In seguito vengono descritti gli effetti quantitativi risultanti dal QIS 3 dell'introduzione dei rating interni, i vantaggi e gli aspetti critici della loro introduzione. Nella parte finale sono analizzati i bilanci dei principali gruppi bancari italiani alla ricerca di informazioni riguardanti i rating interni e in particolare il bilancio consolidato 2005 del gruppo Sanpaolo IMI: gruppo che fornisce maggiori informazioni a riguardo.

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PREFAZIONE Questo lavoro ha l'obiettivo di analizzare i cambiamenti apportati dal Nuovo Accordo Basilea 2 intitolato " Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali" la cui bozza definitiva è stata approvata nel giugno 2004. L’obiettivo fondamentale dei lavori condotti dal Comitato per la revisione dell’Accordo del 1988 è stato quello di elaborare uno schema che rafforzi ulteriormente la solidità e la stabilità del sistema bancario internazionale, mantenendo al tempo stesso una coerenza tale per cui la regolamentazione in materia di adeguatezza patrimoniale non produca significative distorsioni competitive fra le banche attive a livello internazionale. 1 In particolare, questo lavoro ha l'obiettivo di mostrare l'impatto del Nuovo Accordo sulla gestione del rischio di credito che rappresenta il rischio più importante al quale ogni banca deve far fronte durante lo svolgimento delle sue attività e quindi particolare rilievo è dato alla introduzione dei rating interni come misurazione del rischio di credito. Il lavoro si articola in sei capitoli. Nel Primo capitolo viene introdotta sinteticamente la normativa di Basilea 2 e viene fatto riferimento all'introduzione dei tre pilastri: requisiti patrimoniali minimi, controllo prudenziale e disciplina del mercato; è poi approfondito il primo requisito e quindi la determinazione del total capital ratio calcolato rapportando il capitale di vigilanza delle banche alla ponderazione dei principali rischi cui la banca deve far fronte: rischio di credito, rischio operativo e rischio di mercato. Sempre nel Primo Capitolo si sottolinea l'importanza del rischio di credito e quindi dei rating per la misurazione dello stesso; è fatto inoltre riferimento alla previsione della normativa di due tipologie di rating: rating esterni e rating interni per poi concludere con una breve descrizione sull'utilizzo di rating esterni ovvero di giudizi sull'affidabilità creditizia emessi da agenzie internazionali specializzate. Il Secondo capitolo è intitolato "Rating interni" e parte appunto con l'introduzione dei rating interni ovvero di metodologie di calcolo di rating che si basano su parametri stimati internamente dalle singole banche o predisposti dal Comitato di Basilea stesso. Vengono descritti brevemente i portafogli nei quali la clientela bancaria è suddivisa ed i fattori di ponderazione degli impieghi sui quali il metodo IRB si basa: probabilità di inadempienza, perdita in caso di inadempienza, esposizione in caso di inadempienza e scadenza effettiva. In seguito sono trattati di due metodi di rating interni introdotti dall'Accordo di Basilea 2 cioè il sistema IRB Base e il sistema IRB Avanzato. Il Terzo capitolo è intitolato "Requisiti minimi per l'approccio IRB" e appunto mostra i principali requisiti che le banche dovranno dimostrare di possedere alle autorità competenti in materia creditizia per poter adottare i modelli di rating interni. In particolare sono trattati la dimensione, cfr. Comitato di Basilea, Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali minimi. Nuovo schema di regolamentazione, 26/06/2004. 3

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