L. 155/2005 Terrorismo e Legislazione Italiana
Dopo gli attentati dell’11 Settembre 2001 alle torri gemelle di New York, il tema “Terrorismo” è diventato di scottante attualità e viene trattato ad ogni livello, sotto diversi punti di vista, inglobando tematiche politiche, socio culturali e filosofiche.
Eventi similari si sono verificati anche in numerosi altri paesi di diversa forma politica rendendo il fenomeno molto vicino a ciascuno di noi.
In Italia il problema è stato più volte affrontato da diverse disposizioni legislative: alcune cercano di arginarlo all’origine, altre invece colpiscono gli autori sottoponendoli a provvedimenti restrittivi o espellendoli.
La situazione di povertà dei paesi nord-africani e medio orientali, che spinge molte persone ad emigrare verso paesi più ricchi (in questo senso l’Italia è il paese più esposto sia geograficamente che culturalmente), ha generato fenomeni migratori che potrebbero veicolare idee ed eventi terroristici.
Ciò ha spinto il Governo italiano ad introdurre norme in aggiunta a quelle già esistenti, ritenute ormai inadeguate ed insufficienti ad arginare il problema, così da regolamentare i flussi migratori e dare alle forze di polizia maggiori strumenti di controllo della popolazione.
Con la legge del 31 Luglio 2005, n. 155, il Parlamento ha convertito il D.L. 27 Luglio 2005, n. 144, portante “Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”, in tempi davvero fulminei e con un amplissima maggioranza, segno questo di una compatta volontà da parte di tutte le forze politiche di fronteggiare l’emergenza terroristica. Si tratta quindi di una immediata risposta che il governo ha voluto dare alla sfida terroristica lanciata, in Europa, prima a Madrid e poi a Londra.
Il provvedimento legislativo tuttavia ha radici ancor più profonde, perché si riallaccia idealmente ai primi provvedimenti in materia, risalenti al D.L. 24 novembre 2000, n. 341, convertito dalla legge 19 gennaio 2001, n. 4, e al D.L. 5 aprile 2001, n. 98, convertito dalla legge 14 maggio 2001, n. 196,che avevano esteso i termini di durata delle indagini preliminari previsti per i reati di criminalità organizzata ai delitti commessi con finalità di terrorismo.
Il decreto legge segue le linee di politica criminale già attuate in tutto il mondo occidentale dopo le stragi New Yorkesi dell’11 settembre 2001.
Anche in Italia, gia da allora, si susseguirono il D.L. 28 settembre 2001, n. 353, convertito dalla legge 27 novembre 2001 , n. 415 (disposizioni sanzionatorie per le violazioni delle misure adottate nei confronti della fazione Afgana dei Talebani) e il D.L. 12 ottobre 2001, n. 369, convertito dalla legge 14 dicembre 2001, n. 431(misure urgenti per reprimere e contrastare il finanziamento del terrorismo internazionale), che istituì il Comitato di sicurezza finanziaria, al più specifico compito di contrastare il finanziamento del terrorismo.
Più di recente il D.L. 18 ottobre 2001, n. 374, convertito dalla legge 15 dicembre 2001, n. 438 (disposizioni urgenti per contrastare il terrorismo internazionale), introdusse il reato di associazione finalizzata al terrorismo internazionale, concentrò le funzioni dl pubblico ministero e del giudice delle indagini preliminari nei 26 capoluoghi di distretto, potenziò il ricorso alle intercettazioni di comunicazioni alle operazioni “sottocopertura” ed estese l’operatività delle misure di prevenzione, personali e patrimoniali.
Il nuovo riferimento normativo quindi, da un lato ha ampliato la legislazione già esistente in materia di terrorismo, introducendo nuove fattispecie di reato per una più puntuale individuazione di condotte criminali che favoriscono il terrorismo pur non integrando reati violenti, per esempio supporto logistico legato alla preparazione di attentati, di reclutamento o di addestramento, dall’altro ha permesso una dilatazione dei poteri dell’autorità giudiziaria e della polizia giudiziaria nell’ ambito delle attività di contrasto, in particolare nella fase delle indagini preliminari.
Il “pacchetto Pisanu” pur essendo una legge tendente a realizzare una più fitta rete di controlli preventivi nell’ ambito della sicurezza predispone anche, nell’ottica della repressione, una serie di strumenti normativi che nel quadro dell’ampliamento dei poteri della polizia giudiziaria, si inseriscono quali mezzi indispensabili per acuire l’azione di contrasto.
I principali settori che la citata legge ha particolarmente modificato sono:l’identificazione, il rapporto con gli extracomunitari e l’intercettazione.
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Informazioni tesi
Autore: | Carmine Castagnaro |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Michele Salvo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 37 |
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