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Alimentazione ed odontopatie nel gatto domestico: risultati di un'indagine epidemiologica

“Odontopatia” è un termine vasto, che raccoglie tutte le patologie che affliggono i denti.
La malattia dentale che colpisce primariamente il gatto è la parodontopatia, ossia l’infiammazione e l’alterazione del dente e delle strutture lo circondano.
Questa patologia ha un’eziologia multifattoriale, ma il ruolo principale è attribuito ai depositi di placca e tartaro sulle superfici dei denti ed al conseguente squilibrio della flora batterica del cavo orale.
Gli ultimi dati in letteratura descrivono le patologie dentali come un fenomeno in aumento: attualmente, circa il 25-50% dei gatti n’è affetto.
L’assunzione di una dieta prevalentemente umida sembra essere uno dei principali fattori di rischio, in quanto i residui alimentari si depositano sulle superfici dei denti, costituendo il substrato ideale dei batteri patogeni del cavo orale.
Gli sforzi dell’industria mangimistica sono rivolti a promuovere l’alimento come un potenziale mezzo per ridurre l’accumulo di placca e tartaro.
Negli ultimi anni, sono stati studiati alimenti secchi che promuovono la masticazione e favoriscono l’abrasione meccanica delle superfici dentali, agendo sulla modificazione della forma, della consistenza e della composizione della crocchetta.
Il fine di questo lavoro è quello di verificare qual è l’attuale prevalenza delle patologie dentali nel gatto domestico, evidenziarne i fattori di rischio e, soprattutto, concentrare l’attenzione sul ruolo che ha l’alimentazione nell’eziopatogenesi e nella profilassi di queste malattie.
A tale scopo, è stato analizzato il cavo orale di 150 gatti, condotti a visita presso due ambulatori veterinari; mediante un questionario proposto al proprietario, si è cercato di delineare le abitudini alimentari dei soggetti.
I risultati di questo studio, nonostante rappresentino una realtà molto ristretta, concordano abbastanza con i dati disponibili in letteratura.
Da questo studio emerge che il 70% dei gatti sterilizzati è affetto da lesioni dentali. E’, tuttavia, difficile pensare allo stato riproduttivo come ad una fattore di rischio dell’odontopatia; probabilmente questo dato è influenzato dall’età, che è doppia nei soggetti sterilizzati, rispetto a quelli interi, oppure da abitudini e qualità di vita differenti.
In letteratura è stato dimostrato che l’uso costante di paste enzimatiche o di crocchette specifiche per l’igiene orale previene le parodontopatia.
In questo studio, tuttavia, si riscontra una percentuale maggiore di alterazioni del cavo orale nei soggetti che utilizzano le paste enzimatiche. La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che spesso i proprietari ricorrono a questi prodotti solamente quando il gatto presenta una sintomatologia conclamata.
Le crocchette specifiche per l’igiene orale, per contro, si sono dimostrate efficaci nella riduzione dell’alitosi dei gatti esaminati.
Il tipo di alimentazione riveste un ruolo importante nei confronti dell’eziogenesi e della prevenzione della parodontopatia.
In primo luogo, essa agisce come fattore di rischio: è infatti risaputo che, più la percentuale d’umidità di un alimento è alta, maggiore è la deposizione di placca e tartaro sulle superfici dentali.
Inoltre, la dieta secca può diventare uno strumento di profilassi e terapia collaterale della patologia dentale, grazie all’effetto meccanico che esercita sulle superfici masticatorie.
Il 69% dei gatti analizzati assume prevalentemente alimenti industriali, anche se solo nel 32% dei casi si può parlare di dieta commerciale pura.
Generalmente, questi animali ricevono crocchette ed alimenti umidi in proporzioni simili; solo il 31% assume una porzione più elevata di alimento secco.
Dall’analisi dei dati emerge che l’assunzione giornaliera di almeno il 50% di alimento secco sull’intera razione sembra essere sufficiente a prevenire o, almeno, rallentare le gengiviti e l’accumulo di placca e tartaro.
E’ questo un dato confortante, se si pensa che i pochi dati disponibili in letteratura sostengono che, per avere un effetto benefico sui denti, la percentuale di crocchette della razione deve essere di almeno il 75% e deve provenire da un prodotto commerciale specifico per l’igiene orale.
Concludendo, se associata ad un adeguato trattamento domiciliare e professionale, l’alimentazione secca può aiutare molto nel contrastare le patologie dentali. Attualmente, i mezzi a disposizione consistono nel modificare la composizione, la forma e la consistenza del prodotto.




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1 INTRODUZIONE “Odontopatia” è un termine vasto, che raccoglie tutte le patologie che affliggono i denti. La malattia dentale che colpisce primariamente il gatto è la parodontopatia, ossia l’infiammazione e l’alterazione del dente e delle strutture lo circondano (5). Questa patologia ha un’eziologia multifattoriale, ma il ruolo principale è attribuito ai depositi di placca e tartaro sulle superfici dei denti ed al conseguente squilibrio della flora batterica del cavo orale (11) (30) et al. Gli ultimi dati in letteratura descrivono le patologie dentali come un fenomeno in aumento: attualmente, circa il 25-50% dei gatti n’è affetto (15). L’assunzione di una dieta prevalentemente umida sembra essere uno dei principali fattori di rischio, in quanto i residui alimentari si depositano sulle superfici dei denti, costituendo il substrato ideale dei batteri patogeni del cavo orale (8) (45) (48). Gli sforzi dell’industria mangimistica sono rivolti a promuovere l’alimento come un potenziale mezzo per ridurre l’accumulo di placca e tartaro. Negli ultimi anni, sono stati studiati alimenti secchi che promuovono la masticazione e favoriscono l’abrasione meccanica

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Informazioni tesi

  Autore: Sabrina Dominio
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Medicina Veterinaria
  Corso: Medicina Veterinaria
  Relatore: Pier Paolo Mussa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 220

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