Legge generale sui culti e possibile intesa con la confesione Baha'i

3 INTRODUZIONE: Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a un forte cambiamento, non solo dal punto di vista economico, monetario e legislativo, ma anche e soprattutto dal punto di vista sociologico e culturale. Il mondo si fa sempre più interdipendente e le società, anche la nostra, diventano sempre più multietniche e multireligiose. Destini e culture sono destinati a intrecciarsi: l’Italia sta diventando parte integrante di un sistema, quello Europeo, da qui l’esigenza di un adeguamento, di un apertura verso nuove culture, nuovi cittadini, religioni e modus vivendi differenti, nuovi a volte strani o semplicemente mal visti dagli occhi di una nazione così legata alla tradizione come la nostra. L’obiettivo di questo lavoro è nato dall’esigenza di analizzare la situazione attuale dei culti diversi dal cattolico, in relazione al loro rapporto con lo Stato e con lo stesso culto Cattolico, facendo riferimento alla normativa tutt’ora vigente che è quella della legge n. 1159 del 24 giugno 1929 soffermando l’attenzione sul culto Baha’i e sulla possibile-impossibile intesa con lo Stato. Il punto di partenza è stato il cercare una definizione di confessione religiosa, una difficoltà che ha radici profonde, nessuna norma, infatti, dà la nozione di confessione religiosa: sia l’art. 8 sia l’art. 7 la considerano come un presupposto del loro dettato. Abbiamo ripercorso quindi, quello che è stato il cammino delle diverse correnti dottrinarie prima, e della Corte Costituzionale poi, che con una sentenza del 1993 la n. 195 ha gettato le basi per una classificazione. Si è studiata inoltre, la