Le corrispondenze di guerra di Indro Montanelli
In questo mio lavoro ho provato a raccontare l’inizio della seconda guerra mondiale attraverso gli articoli di giornale, quando le parole erano l’unica fonte di notizia.
Ho provato a fare tutto ciò servendomi del più grande giornalista italiano ossia Indro Montanelli negli anni in cui era inviato del “Corriere della Sera”. Ho analizzato il periodo che va dal settembre 1939, mese in cui la Germania invade la Polonia dando avvio alla guerra, fino a giugno 1940 quando Mussolini decreta l’entrata dell’Italia nelle ostilità belliche al fianco della Russia e della potenza nazista. In questi otto mesi, il giornalista fiorentino segue da inviato tre guerre: la già citata invasione della Germania ai danni della Polonia, la successiva guerra della Russia contro la Finlandia ed infine l’attacco della Germania alla Norvegia. Furono proprio le seconde corrispondenze a dare a Montanelli grande notorietà e fama all’interno del giornalismo italiano. Furono molti gli italiani che si affezionarono alle sorti del popolo finlandese grazie ai suoi racconti.
Nel primo capitolo parlo dei polacchi, fratelli, per quanto riguarda la sorte, del popolo finlandese. Se la Finlandia era stata in grado di resistere 100 giorni agli attacchi sovietici, la Polonia si arrese dopo poco meno di un mese. I polacchi erano ormai una popolo senza più speranze, delirante nel vedere la propria terra agonizzare sotto l’invasione nazista. L’unica speranza era riposta nelle mani dei Russi considerati dei liberatori: speranza che ben presto si rivelò illusione.
Nel secondo capitolo racconto i finlandesi. È questa la parte più corposa del lavoro poiché è stato il popolo con cui il giornalista è stato maggiormente in contatto e quindi ha potuto conoscere meglio. Era un popolo che Montanelli stimava davvero molto, pieno di ideali e di amore di patria. La Finlandia aveva la grande capacità di combattere una potenza molto più grande senza mai perdersi d’animo e agendo sfruttando soprattutto la furbizia e l’intelligenza. Parla di un popolo e di un esercito sicuramente povero sia di mezzi che di uomini rispetto al gigante bolscevico. Nonostante l’alleanza dell’Italia al fianco della Russia, Indro Montanelli mostrava senza paura di censura il proprio punto di vista filo-finlandese e perfettamente contro tutto ciò che era il comunismo.
Il terzo capitolo è dedicato Norvegesi e agli alleati. La Norvegia appare molto diversa sia dai polacchi che dai finlandesi per quanto riguarda il modo di affrontare le difficoltà: non combattono, attendono gli aiuti e quando questi li abbandonano cedono al nemico. Gli alleati escono da queste corrispondenze in malo modo. Già non erano andati in soccorso della Polonia e della Finlandia, e ora, quando era il momento del riscatto, si tirano indietro lasciando i norvegesi soli e in prenda alla furia nazista.
Il quarto capitolo è rivolto ai giganti invasori: la Germania e la Russia. Montanelli, da sempre considerato come uno degli uomini più conservatori della destra italiana, non poteva non considerare assurdo tutto il paradigma comunista. Non perde mai occasione, nei suoi articoli di sottolineare che i sovietici erano capaci delle peggiori barbarie coprendosi all’ombra degli ideali marxisti. Per Montanelli, infatti, non era disprezzabile il socialismo e il comunismo in sé ma l’uso che del pensiero di Marx ed Engels veniva messo in pratica dai capi comunisti. Nel narrare dell’esercito bolscevico, il giornalista toscano, sottolinea molto spesso la grandiosità e la ponderosità che essi mettevano in pratica, contrapposta all’ordinata e silenziosa avanzata finlandese. Dei tedeschi parla molto poco e soprattutto non si sofferma quasi mai a narrare le loro caratteristiche. Nella maggior parte degli articoli, il giornalista di Fucecchio, accenna solamente al loro potenziale bellico.
Il quinto capitolo è intermante destinato al Montanelli “cantastorie”. Racconto le storie che egli ha vissuto e ascoltato nei suoi mesi tra le truppe e tra la popolazione. Sono storie piene di emozioni: alcune di sofferenza, altre di coraggio, altre ancora di delusione e di rabbia, di nostalgia per i tempi passati. Sono proprio storie come quelle raccontate in questo capitolo che danno la possibilità al lettore di dare un volto (anche se solo immaginato) e magari un nome ad eventi che altrimenti sarebbero sembrati talmente astratti e lontani da lui da renderli irreali.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Cerciello |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Pietro Cavallo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 120 |
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