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Le misure di prevenzione

La lotta alla criminalità organizzata, divenuta nel tempo una potente struttura economica, è stata notevolmente incrementata dal legislatore soprattutto nella riorganizzazione della normativa di contrasto.
E’ stata infatti emanata una serie di provvedimenti per accrescere i meccanismi di prevenzione e di repressione, secondo un largo ventaglio di interventi calibrati sulla potenzialità offensiva criminale. Ne consegue che la normativa di contrasto alla criminalità mafiosa (e non) non si presenta come un corpo unico, ma come il frutto di una stratificazione, un insieme, non sempre omogeneo e coordinato, di disposizioni, procedure ed istituti che, per poter essere compreso, deve essere considerato in una prospettiva “storica”, in relazione alle successive modifiche e innovazioni operate dal Legislatore.
Un’efficace strategia di contrasto della criminalità non può prescindere dalla consapevolezza di dover dare attuazione al quadro normativo concernente le misure di prevenzione, personali e patrimoniali, in considerazione della loro capacità di incidere concretamente sul controllo dei soggetti più pericolosi.
Oggi, tanto le Forze di Polizia quanto le Autorità Giudiziarie procedenti hanno preso coscienza del fatto che il danno maggiore alle organizzazioni criminali lo si ottiene non tanto colpendo l’aspetto personale delle stesse, quanto sottraendogli i beni economico-finanziari di provenienza illecita di cui può o potrebbe disporre la stessa organizzazione ed i suoi componenti. E ciò nella precisa convinzione che la semplice repressione delle responsabilità penali personali, non è sufficiente ad eliminare la pericolosità criminale, in quanto le riserve di capitale consentono di rimpiazzare con altri uomini quelli arrestati e di ricostituire, ad esempio, i depositi di armi ed esplosivi sequestrati.

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INTRODUZIONE La lotta alla criminalità organizzata, divenuta nel tempo una potente struttura economica, è stata notevolmente incrementata dal legislatore soprattutto nella riorganizzazione della normativa di contrasto. E’ stata infatti emanata una serie di provvedimenti per accrescere i meccanismi di prevenzione e di repressione, secondo un largo ventaglio di interventi calibrati sulla potenzialità offensiva criminale. Ne consegue che la normativa di contrasto alla criminalità mafiosa (e non) non si presenta come un corpo unico, ma come il frutto di una stratificazione, un insieme, non sempre omogeneo e coordinato, di disposizioni, procedure ed istituti che, per poter essere compreso, deve essere considerato in una prospettiva “storica”, in relazione alle successive modifiche e innovazioni operate dal Legislatore. Un’efficace strategia di contrasto della criminalità non può prescindere dalla consapevolezza di dover dare attuazione al quadro normativo concernente le misure di prevenzione, personali e patrimoniali, in considerazione della loro capacità di incidere concretamente sul controllo dei soggetti più pericolosi. Oggi, tanto le Forze di Polizia quanto le Autorità Giudiziarie procedenti hanno preso coscienza del fatto che il danno maggiore alle organizzazioni criminali lo si ottiene non tanto colpendo l’aspetto personale delle stesse, quanto sottraendogli i beni economico-finanziari di provenienza illecita di cui può o potrebbe disporre la stessa organizzazione ed i suoi componenti. E ciò nella precisa convinzione che la semplice repressione delle responsabilità penali personali, non è sufficiente ad eliminare la pericolosità criminale, in quanto le riserve di capitale consentono di rimpiazzare con altri uomini quelli arrestati e di ricostituire, ad esempio, i depositi di armi ed esplosivi sequestrati. Gli anni novanta hanno avviato un regime di controtendenza alla valvola repressiva sopra descritta. Oggi, quindi, si può affermare che colpire il sistema economico

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