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Riflessioni sugli aspetti clinico-giuridici dei soggetti con disturbo psicopatico, tra cambiamenti gestionali e prospettive trattamentali

In Italia negli ultimi anni sono avvenute importanti trasformazioni sia nel sistema giuridico che nella definizione dei percorsi degli autori di reato con patologie psichiatriche.
Conseguentemente al passaggio nel 2009 dell'assistenza sanitaria alle persone detenute dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute, ovvero al Sistema Sanitario Nazionale (SSN), i Servizi di Salute Mentale interni agli Istituti Penitenziari sono passati in carico ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) delle Aziende Sanitarie Locali (ASL). Dal 2015, inoltre, il ricovero presso i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) fino ad allora esistenti sul territorio italiano è sostituito con quello in strutture regionali, le Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), ad assistenza esclusivamente sanitaria. La Misura di Sicurezza detentiva per gli autori di reato prosciolti per vizio di mente deve inoltre avvenire per Legge (81/2014) solo in condizioni di extrema ratio, ovvero qualora non sia possibile attuare percorsi alternativi non detentivi, ovvero qualora eventuali programmi terapeutico-riabilitativi in strutture della rete dei servizi territoriali non possano far fronte alla condizione di pericolosità sociale.
Per i rei giudicati capaci di intendere e volere al momento del fatto-reato e condannati a una pena detentiva in Istituto Penitenziario è possibile invece garantire cure psichiatriche sia presso le Sezioni ordinarie, sia presso specifiche Sezioni Intramurarie, le Articolazioni per la Tutela della Salute Mentale (ATSM) delle persone ristrette.
Notevoli difficoltà di gestione insorgono per i percorsi dei soggetti psicopatici, a prescindere dalle eventuali comorbilità psichiatriche in associazione. Questi tendono a sabotare i programmi terapeutici e risultano altamente distruttivi quando inseriti all'interno di setting non idonei e facilmente permeabili alle loro manipolazioni, come ad esempio quelli condivisi con pazienti psichiatrici fragili e vulnerabili. Inoltre, spesso i tratti della psicopatia non emergono durante la fase processuale e diventa necessario evidenziarli e valutarli durante l'esecuzione della pena, dati i rischi in termini di recidive e di pericolosità sociale.
Lo scopo del presente elaborato è quello di evidenziare l'utilità di percorsi altamente strutturati per i soggetti con aspetti psicopatici, partendo dallo screening della popolazione detenuta, fino all'individuazione di sezioni dedicate con personale specializzato per il trattamento intramurario e alla prosecuzione della terapia sul territorio.

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1. INTRODUZIONE In Italia negli ultimi anni sono avvenute importanti trasformazioni sia nel sistema giuridico che nella definizione dei percorsi degli autori di reato con patologie psichiatriche. Conseguentemente al passaggio nel 2009 dell’assistenza sanitaria alle persone detenute dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute, ovvero al Sistema Sanitario Nazionale (SSN), i Servizi di Salute Mentale interni agli Istituti Penitenziari sono passati in carico ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) delle Aziende Sanitarie Locali (ASL). Dal 2015, inoltre, il ricovero presso i sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) fino ad allora esistenti sul territorio italiano è sostituito con quello in strutture regionali, le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), ad assistenza esclusivamente sanitaria. La Misura di Sicurezza detentiva per gli autori di reato prosciolti per vizio di mente deve inoltre avvenire per Legge (81/2014) solo in condizioni di extrema ratio, ovvero qualora non sia possibile attuare percorsi alternativi non detentivi, ovvero qualora eventuali programmi terapeutico-riabilitativi in strutture della rete dei servizi territoriali non possano far fronte alla condizione di pericolosità sociale. Per i rei giudicati capaci di intendere e volere al momento del fatto-reato e condannati a una pena detentiva in Istituto Penitenziario è possibile invece garantire cure psichiatriche sia presso le Sezioni ordinarie, sia presso specifiche Sezioni Intramurarie, le Articolazioni per la Tutela della Salute Mentale (ATSM) delle persone ristrette. Notevoli difficoltà di gestione insorgono per i percorsi dei soggetti psicopatici, a prescindere dalle eventuali comorbilità psichiatriche in associazione. Questi tendono a sabotare i programmi terapeutici e risultano altamente distruttivi quando inseriti all’interno di setting non idonei e facilmente permeabili alle loro manipolazioni, come ad esempio quelli condivisi con pazienti psichiatrici fragili e vulnerabili. Inoltre, spesso i tratti della psicopatia non emergono durante la fase processuale e diventa necessario evidenziarli e valutarli durante l’esecuzione della pena, dati i rischi in termini di recidive e di pericolosità sociale. Lo scopo del presente elaborato è quello di evidenziare l’utilità di percorsi altamente strutturati per i soggetti con aspetti psicopatici, partendo dallo screening della popolazione detenuta, fino all’individuazione di sezioni dedicate con personale specializzato per il trattamento intramurario e alla prosecuzione della terapia sul territorio. 2. IL CONCETTO DI “PSICOPATIA” Il concetto di “psicopatia” ha avuto nel corso della storia una particolare evoluzione semantica, a partire dalla stessa etimologia: il termine deriva infatti dai vocaboli della lingua greca ψυχή (psyché – anima, mente) e πάθίά (pathìa – passione, malattia) ed è stato utilizzato a lungo in riferimento ad una generica sofferenza mentale, senza rimandare ad un disturbo specifico. In passato quindi il termine “psicopatia” serviva a definire genericamente un disturbo mentale che però non fosse incluso in una diagnosi maggiore; in pratica, ciò che oggi definiamo “disturbo di personalità”. Le tre scuole principali della psicopatologia europea, quella tedesca, francese e anglosassone, hanno classicamente ricondotto il concetto generico di “psicopatia” a quello di “personalità psicopatica” [1], intendendo la presenza di un disturbo mentale in assenza di follia. 2

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Informazioni tesi

  Autore: Donato Morena
  Tipo: Tesi di Master
Master in Master Universitario di II livello in Criminologia Clinica e Scienze Forensi A.A. 2018/2019,
Anno: 2019
Docente/Relatore: Vincenzo Caretti
Istituito da: Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 30

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Parole chiave

psicologia
giurisprudenza
psicopatia
carcere
riabilitazione
medicina
pericolosità sociale
disturbo antisociale
trattanento
disturbo psiicopatico

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