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LinkedIn, esserci o non esserci?
28 giugno 2020
Quando leggi i vari articoli su come è cambiato la ricerca di un lavoro ti sembra di diventare matto: “Devi formarti!”, “Devi essere sui social!”, “Devi essere professionale!”, “Presta attenzione a cosa pubblichi, alle foto!”…
LinkedIn si è affermato come il principale social dedicato al mondo del lavoro, quindi cerchiamo di capire quanto e se è così importante esserci.
Devo crearlo il mio profilo su LinkedIn?
Se pensiamo che LinkedIn in questi ultimi mesi di pandemia ha mostrato numeri da capogiro - +60% di interazioni, +130% di partecipazione ai gruppi ogni mese (ne abbiamo parlato anche qui Il galateo del networking. Anche digitale) è facile capire che non puoi pensare di buttarti nel mondo del lavoro senza curare anche la tua immagine su questa piattaforma.
Però è ragionevole pensare che più iscritti, più è facile che ci siano persona con titoli ed esperienze simili ai tuoi.
Allora come si fa?
Più post, più profili, più informazioni: è fondamentale non solo esserci ma soprattutto farsi notare.
Che significa non tanto pubblicare post per esaltare i propri successi, quanto essere capaci di trasmettere contenuti interessanti e di valore per chi ci legge, per essere quindi presenti e riconosciuti per la propria professionalità nella community.
È la differenza tra “Oggi sono riuscito a raggiungere il traguardo X!” e “Oggi ho raggiunto il traguardo X. Vi racconto come ho risolto problemi in questo modo”.
Efrat Fenigson, vice presidente della società di marketing Mindspace, propone in un’intervista su CTech by Calcalist i suoi consigli per una presenza vincente su LinkedIn:
1. Fai in modo che gli altri parlino di te: ti ringrazino pubblicamente per un lavoro, citino tuoi interventi, si complimentino per la tua professionalità
2. Cerca di far parlare di te in modo positivo
3. Il tuo nome deve apparire nei risultati di ricerca di termini legati al tuo settore
4. La tua presenza nelle community si deve sentire
5. La tua presenza online deve essere coerente: Facebook, Instagram, blog, sito aziendale…
Ma LinkedIn serve davvero per trovare lavoro?
Negli ultimi anni il social ha insistito molto sulle opportunità che la piattaforma può offrire.
In occasione del boom degli ultimi mesi ha lanciato anche la campagna #InItToghether, dove raccoglie storie di membri che hanno saputo adattarsi, innovare e costruire un solido network in questi tempi incerti.
Va da sé però che maggiori iscritti significa maggiore concorrenza e minori opportunità.
In più non tutti i settori, le posizioni o i tipi di aziende sono presenti su LinkedIn o hanno caratteristiche tali da beneficiare di questa piattaforma.
Pensiamo al tessuto produttivo italiano, alle aziende medio-piccole spesso a conduzione famigliare che ricercano personale con esperienze di nicchia, oppure non hanno tempo o competenze interne e si affidano a metodi più tradizionali o al passaparola.
Non dimentichiamo poi i recenti cambiamenti di LinkedIn che hanno portato all’introduzione di una serie di modifiche che rendono la piattaforma sempre più simile ad una piattaforma di condivisione social, con il rischio che diventi dispersiva e ti faccia perdere tempo.
Un approccio intelligente a LinkedIn
Assodato che una presenza digitale è comunque necessaria, all’inizio dedica tempo e cura per creare il tuo profilo: è come preparare un biglietto da visita digitale.
Poi puoi calibrare il tempo da dedicare alla costruzione del tuo network e alla partecipazione ai gruppi sulla base delle tue esigenze e del settore di cui ti occupi.
Quindi:
Crea un profilo perfetto: fotografia, lavori precedenti, istruzione e soprattutto descrizione personale (consulta anche la nostra guida Personal Branding con LinkedIn. Primi passi).
Cerca di capire se il tuo settore e/o le aziende che ti interessano sono presenti e attive sul social.
Per capire quale livello di impegno mettere in campo chiediti: qual è il mio obiettivo? Voglio trovare lavoro? Voglio iniziare a costruirmi un’immagine professionale? Voglio creare una lista di contatti interessanti?
Non dimenticare che la presenza online oggi è fondamentale.
Ma non può e non deve sostituire altre forme di costruzione del proprio futuro lavorativo: la formazione, il contatto personale, la partecipazione a progetti e, non ultima, la passione.