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6 consigli per diventare un vero leader
13 febbraio 2017
Alzi la mano chi non si è mai immaginato (o per i più giovani, si immagina tuttora) la propria carriera lavorativa come una fulgida ascesa che confermi le proprie qualità e doti personali.
Ci vediamo arrivati, a capo di team o aziende di successo, ammirati e soprattutto rispettati.
Spesso però questa idea resta una fantasia adolescenziale, ridimensionata dalle tante variabili della vita lavorativa ‘vera’, ma anche dal fatto che quei leader infallibili, sicuri di sé ma sempre empatici che vorremmo diventare, si trovano solo nelle
Perché per essere un vero leader non basta arrivare in alto, serve molto di più.
E soprattutto è un percorso che richiede un costante lavoro su se stessi che non si esaurisce quando si è finalmente alla guida del gruppo.
Ce lo insegna Henna Inam, CEO di Transformational Leadership, il cui lavoro - incredibile ma vero - è proprio quello di educare e migliorare l’atteggiamento e quindi i risultati dei leader nelle aziende.
Perché un’azienda dovrebbe assumere un executive coach, ci chiediamo?
Per insegnare a chi è a capo dei vari settori/ gruppi di lavoro ad agire positivamente in un contesto di cambiamenti e sfide continue, ci risponde Inam in un suo articolo.
E come possiamo diventare dei leader positivi?
Quali atteggiamenti dobbiamo ‘educare’?
Ecco l’elenco di Inam (da appendere al muro):
1- avere obiettivi chiari: anche in mezzo alla tempesta lavorativa non bisogna perdere di vista lo scopo finale
2- creare una lista di priorità e passare all’azione: non lasciare che tutte le ‘cose urgentissime’ da fare ti sommergano
3- sperimentare e assumersi la responsabilità delle proprie scelte ed azioni, senza incolpare sempre gli altri
4- uscire dal pilota automatico quando lavoriamo e riflettere sulle nostre azioni, cogliere nuove opportunità all’orizzonte
5- essere autocritici - senza flagellarsi - per potersi migliorare ed essere capaci di chiedere scusa se si sbaglia (cosa che non può che migliorare l’ambiente lavorativo)
6- essere coraggiosi, sperimentare, non tirarsi indietro nelle conversazioni difficili.
Essere un leader non vuol dire essere in alto ma guidare.
E quindi scegliere, rischiare, sbagliare, beccarsi tutto l’impatto dell’incidente frontale se le cose vanno male o le congratulazioni vivissime se porti tutti sani e salvi a destinazione.
Un lavoraccio, insomma!