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I Robot ci ruberanno il lavoro?
17 gennaio 2017
I posti di lavoro sono pochi e siete preoccupati per la concorrenza?
Bene, da oggi preoccupatevi anche dei colleghi robotici: a maggio Foxconn, azienda taiwanese di dispositivi elettronici, ha sostituito 60mila dipendenti con robot; nel 2016 in Cina ha aperto il più grande ristorante servito interamente da robot.
Ebbene sì, vi sembrerà di essere in un film di fantascienza, ma i passi da gigante del settore della robotica stanno già modificando il nostro modo di lavorare.
Attenzione, non abbandoniamoci a facili allarmismi: stanno cambiando il nostro modo di lavorare, non stanno cancellando posti di lavoro.
Infatti, secondo la ricerca A future that works: Automation, employment, and productivity del McKinsey Global Institute, ogni attività umana è suscettibile di un certo grado di automazione ma “pochissime occupazioni, meno del 5%, sono candidate alla completa automazione”.
I settori più suscettibili all’applicazione robotica sono la manifattura, i servizi di alloggio e ristorazione, il commercio al dettaglio.
MGI mette a disposizione i dati dettagliati della ricerca per settore occupazionale, dove è possibile vedere quali aspetti del proprio lavoro sono più facilmente gestibili da un robot.
Ovviamente la possibilità che alcune nostre azioni vengano automatizzate non significa che verremo sostituiti nottetempo con la nostra versione robotica.
Ci vorranno anni e investimenti ingenti per ottenere questa trasformazione, che non avverrà mai se i costi supereranno i benefici, ovvero se il nostro lavoro ha una componente di umanità necessaria più alta di quella offerta da un robot.
E anche se le macchine rimpiazzeranno certe occupazioni, non significa che elimineranno tutti i lavori in quella linea di produzione.
Un esempio fornito dalla ricerca di MGI è l’introduzione delle casse automatiche negli USA nel 1980,che non ha avuto i nefandi effetti annunciati: dagli anni ’80 al 2013 il tasso di occupazione dei cassieri è cresciuto del 2%.
Anzi, secondo gli studiosi l'automazione riduce gli errori e aumenta qualità e velocità, riuscendo a raggiungere risultati oltre le capacità umane. E questo significa contribuire ad aumentare produttività e benessere generale, come dimostrato storicamente da eventi quale la rivoluzione industriale.
Non dimentichiamoci poi i posti di lavoro creati dal settore stesso della robotica.
Fa bene ricordare che, secondo i dati della International Federation of Robotics (IFR), il 2019 segnerà un boom dell’industria robotica e l’Italia figura come sesto produttore mondiale, seconda in Europa solo alla Germania.