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Università e il ranking di occupazione dei laureati
22 novembre 2016
Pubblicata il 16 novembre su Times Higher Education, la lista delle 150 migliori università nel 2016 per ranking di occupazione dei laureati ci fa riflettere.
Nella graduatoria America, Germania, Inghilterra sul podio.
Tre invece le università italiane presenti: Università Commerciale Luigi Bocconi (al 78° posto), Politecnico di Milano (al 106° posto), Scuola Normale Superiore di Pisa (al 137° posto).
La lista di università non genera grandi sorprese: ci sono quelle considerate da sempre come le migliori (MIT, Harvard, Cambridge, Stanford, Yale) e via via quelle sempre prestigiose, ma meno “internazionali”, come la canadese McGill University.
Su Times Higher Education la metodologie della ricerca e la lista completa, se vuoi scegliere la migliore università per il tuo futuro…
E per chi non se lo può permettere?
Per tutti quegli studenti che non hanno il supporto economico o, siamo onesti, l’attitudine per rispondere agli standard competitivi e serrati di certi programmi, meglio rinunciare all’università?
Il paradosso è che i datori di lavoro, sempre secondo la ricerca di THE, considerano la laurea di un’università prestigiosa come l’ultimo requisito di una lista che vede ai primi posti le esperienze professionali ed extra curriculari, l’alta specializzazione e una vocazione internazionale.
Quello che distingue gli studenti ambiziosi è la consapevolezza che è necessario costruirsi un proprio “brand” per presentarsi nel mondo del lavoro, dove la scelta del nome dell’università è solo uno dei fattori.
Gli altri riguardano più il bagaglio di esperienze professionali, la capacità di sviluppare interessi e competenze, il coltivare un pensiero critico e attitudini di leadership.
Come scegliere allora una buona università che dia qualche speranza di assunzione? 4 buone pratiche
1- Rapporto diretto tra università e specifiche aziende
Punto abbastanza scontato, secondo Wolfgang Herrmann, rettore della Technical University of Munich, questa è la chiave del successo della sua università, legata ad aziende come BMW, Siemens e Lindner.
Non tutte le università possono essere situate in zone ad alta densità industriale, però è bene informarsi sui contatti con le aziende locali.
2- Possibilità di partecipare a più esperienze professionali ed extra-curiculari
Per Brett Alpert, direttore per la Stanford del programma Career Ventures, “E’ importante per gli studenti che entrano nel mondo del lavoro, avere contatti con persone differenti, con diverse professionalità, per scoprire potenziali aree di interessi e opportunità che potrebbero non aver considerato.”
Uno dei metodi favoriti dai datori di lavoro per giudicare l’atteggiamento e le competenze oltre le credenziali accademiche, è proprio quello di valutare le esperienze professionali o di stage.
3- Attenzione all’eccessiva accademizzazione
L’università deve garantire spazi di sviluppo di pensiero critico, leadership e abilità tecniche.
Spesso, spiega Kate Lander - global chief learning officer a Fitch Learning - l’università crea “una generazione di laureati accademicamente super qualificati, ma impreparati al mondo del lavoro dove avere la giusta attitudine e presenza può essere più importante del bagaglio di conoscenze”.
Anche secondo Eden Woon vice presidente dell’institutional advancemente alla Hong Kong University of Science and Technology lo scopo dell’università è quello “di dare agli studenti le competenze per trovare un lavoro ma, ancora più importante, è preparare gli studenti a cosa succede quando otterranno quel lavoro. Ovvero come sapranno adattarsi ai cambiamenti che il mondo oggi richiede. E’ qui che nasce l’innovazione, la creatività e il giusto atteggiamento”.
Meglio allora integrare competenze professionali attraverso laboratori e progetti, piuttosto che scegliere una preparazione accademica per una specifica carriera professionale.
4- Conoscere gli spazi e i percorsi offerti dall’università
Ritardare all’ultimo la scelta del proprio percorso lavorativo utilizzando l’università come uno spazio di sosta non è affatto utile.
Fin dai primi anni è importante capire e prepararsi al mondo del lavoro sfruttando tutto ciò che l’ambiente universitario può proporre: da imparare a redigere un curriculum a capire quali sono le opportunità professionali, dal conoscere e coltivare le proprie qualità a mettersi alla prova con esperienze di stage e progetti sul campo.