Definizione di Strutturalismo
Lo strutturalismo nasce in linguistica dagli studi di Ferdinand De Saussure che intese la lingua come un sistema autonomo e unitario di segni, occupandosi dei valori e delle funzioni determinate dalle relazioni reciproche dei singoli elementi linguistici, considerati come parti di un ordinamento strutturale in continua interdipendenza e interazione.
L'analisi strutturale si estese poi nel corso del XX secolo ad altre scienze sociali, come l'antropologia e la sociologia. In termini generali, con il termine struttura gli strutturalisti definiscono un insieme di unità di base in interazione fra loro, ognuna rappresentando una limitazione e una risorsa per le altre. Prendendo l'esempio di un palazzo, come spiegano Wallace e Wolf nel loro libro Contemporary Sociological Theory, esso è composto da una struttura, l'impalcatura, sulla quale è possibile sovrapporre altri elementi, ma che rappresenta anche una limitazione. In altre parole, gli strutturalisti sono interessati a determinare le unità di base dei fenomeni sociali, la loro importanza ed il perché.
In antropologia e sociologia solitamente si riconoscono due correnti principali: lo strutturalismo francese, orientato allo studio del linguaggio e del pensiero (Claude Levy-Strauss e Michel Focault); lo strutturalismo anglosassone, che pone al centro le relazioni esistenti tra le persone (Peter Blau)