Le politiche sanitarie di lotta all'Aids: il caso dell'Uruguay
L'AIDS (acronimo di Acquired Immuno-Deficiency Sydrome) è una malattia che distrugge, in maniera inesorabile, le difese immunitarie dell'organismo (Linfociti CD 4) e, fino ad oggi, inevitabilmente fatale. Seppure a partire dal 1996 grazie all'introduzione di una nuova generazione di farmaci, soprattutto nel mondo industrializzato, ci si stia dirigendo verso una cronicizzazione della malattia. Ha, in certi gruppi di popolazione, un'alta incidenza, ha peculiari modalità di trasmissione, non è facile da diagnosticare e trattare.
L'AIDS è caratterizzato da un forte impatto emotivo e importanti implicazioni sociali dovute alla focalizzazione (almeno fino a qualche anno fa) in determinati gruppi di popolazione tradizionalmente emarginati (quali omosessuali e tossicodipendenti), che, forse, con la diffusione della malattia anche ad individui con uno stile di vita considerato normale (quali gli eterosessuali), stanno gradualmente ridimensionandosi.Questa malattia ha fatto la sua comparsa agli inizi degli anni '80, ma è soprattutto negli ultimi cinque anni che sta modificando, in maniera significativa, i fattori di rischio e l'epidemiologia stessa.
Il problema delle risorse riguarda oggi tutti gli ambiti della medicina, AIDS compresa. Anche chi si trova a dover affrontare questa patologia si scontra con il problema del reperimento delle risorse e, soprattutto, con la necessità di una loro ottimizzazione.
L'emergenza AIDS a livello mondiale impone una riflessione continua sull'adattamento della risposta sanitaria alle particolarità che, come abbiamo detto sopra, contraddistinguono questa piaga. L'imperativo di razionale distribuzione ed ottimizzazione delle risorse rappresenta una sfida quotidiana per i sistemi sanitari di ogni Paese del mondo, che si trovano a fronteggiare un'epidemia dalle mille sfaccettature e dalle ripercussioni sul futuro stesso del proprio Paese, difficilmente prevedibili.
I fondamentali assunti di economia sanitaria, così come i modelli di assistenza sanitaria a cui si ispirano tutti i Paesi ed i giustificati fini economici delle industrie farmaceutiche, si scontrano, infatti, ed in modo particolare sulle tematiche dell'AIDS, con il concetto di equità nella salute, che implica che ciascuno individuo dovrebbe avere l'opportunità di raggiungere il proprio livello potenziale di salute, e più concretamente che nessuno dovrebbe essere svantaggiato nel raggiungere questo potenziale, sempre che esista una via per ottenerlo.
Questa ricerca indagherà se esista, tanto dal punto scientifico, quanto da quello economico, la possibilità di raggiungere un livello adeguato di trattamento di tutti i pazienti colpiti dall'AIDS, compresi quelli più sfortunati che abitano nelle aree meno sviluppate del pianeta.
I prerequisiti per centrare questo obiettivo dovrebbero essere, oltre ad una reale volontà politica condivisa universalmente e che negli ultimi tempi sembra essere un orientamento sempre più diffuso, la sostanziale riduzione del costo delle terapie essenziali alla cura efficace dell'AIDS (farmaci antiretrovirali in primis).
Fondamentale è anche l'apporto delle organizzazioni internazionali e delle associazioni che a vario titolo si occupano di aspetti correlati all'AIDS. Le evidenze presentate in questa ricerca dimostrano, infatti, come queste siano degli efficacissimi collettori delle aspettative di prevenzione e cura presenti nei malati, nei loro familiari e nella comunità stessa che, se concentrate attraverso queste organizzazioni, sono in grado di esercitare fortissime pressioni su Governi, industrie farmaceutiche e comunità internazionale stessa.
L'Uruguay dovrebbe rappresentare, nel panorama mondiale, la possibilità di implementare un'efficace sistema di prevenzione e trattamento che non ha eguali tra i Paesi in via di sviluppo, e poco ha che invidiare anche nella cerchia dei Paesi industrializzati.
Nel Paese oggetto di questa ricerca, infatti, un'antica e condivisa visione della sanità come diritto inalienabile di ogni individuo, più o meno abbiente, e come dovere imprescindibile Stato, unito alla radicata presenza di Organizzazioni Non Governative, ha permesso la realizzazione di un efficace sistema di prevenzione e cura dell'AIDS, che ha consentito di raggiungere una stabilizzazione, peraltro ad un livello molto basso, della malattia non comune, se si considera il contesto geografico di riferimento.
Il caso presentato illustra, infatti, la possibilità, sempre che ne esista la reale volontà politica, di contemperare l'esigenza di prevenzione e trattamento dell'HIV con le limitate risorse finanziarie, tecnologiche ed umane che contraddistinguono i sistemi sanitari dei Paesi in via di sviluppo.
Nelle intenzioni dell'autore di questa ricerca, l'Uruguay dovrebbe rappresentare un segnale di speranza per tutti gli individui colpiti da questa malattia che, non solo, ma in modo particolare nel mondo sottosviluppato, sono abbandonati al proprio inesorabile destino.
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Informazioni tesi
Autore: | Daniele Ernesto Frizzarin |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Aziendale |
Relatore: | Elio Borgonovi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 212 |
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FAQ
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