Valutazioni sull'attività in vitro della tigeciclina in stipiti isolati in pazienti ricoverati presso l'A.O.U.P. Paolo Giaccone di Palermo
L’uso spesso incontrollato in corso di infezione dei farmaci antimicrobici ad ampio spettro ha reso, in molti casi, difficile la scelta terapeutica a causa dell’insorgenza delle resistenze facilitate dalla rapida evoluzione dei microrganismi che, attraverso modificazioni del genoma sono stati e sono in grado di esprimere nuovi caratteri fenotipici acquisendo la capacità di sopravvivere anche in presenza di molecole antimicrobiche.
Tale fenomeno ha assunto dimensione preoccupante per il ruolo dei patogeni opportunisti che, già da qualche anno, in ambiente ospedaliero risultano spesso associati a quadri morbosi gravi.
La rapida comparsa della resistenza batterica a numerosi farmaci ha, spesso, nella pratica clinica indotto all’utilizzo di combinazioni di antibiotici, o di un farmaco alternativo; frequentemente però la terapia combinata ha lo svantaggio di generare possibili reazioni avverse o interazioni farmacologiche.
Sulla base di quanto detto, negli ultimi anni diverse case farmaceutiche hanno adottato sempre più moderne tecnologie con l’intento di ricercare e sintetizzare nuove molecole che possano essere utilizzate, anche, nella terapia di infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti. Una di queste è la casa farmaceutica “Wyeth” che il 24 Aprile 2006 ha ottenuto l’autorizzazione dalla Commissione Europea per l’immissione in commercio di un nuovo farmaco il Tygacil. La molecola antibiotica è la Tigeciclina appartenente ad una nuova classe di farmaci potenzialmente attivi nei confronti di numerose classi di batteri antibiotico-resistenti: le Glicilcicline.
Dopo la conferma dell’efficacia della nuova molecola, tant’è che attualmente viene frequentemente utilizzata nella pratica clinica, la casa farmaceutica continua, tutt’oggi, a monitorare l’attività del farmaco mediante programmi di sorveglianza “Tigecycline Evaluation and Surveillance Trial” (TEST) che vedono arruolati, a partire dal 2004, circa 800 laboratori microbiologici (tra cui l’A.O.U.P. “Paolo Giaccone” di Palermo) di 40 differenti Paesi per la realizzazione di saggi di sensibilità su microrganismi isolati da campioni patologici provenienti da diversi distretti corporei, di pazienti ospedalizzati e comunitari al fine anche di rilevare le resistenze nel momento in cui dovessero manifestarsi.
Per valutare e saggiare la Tigeciclina e i farmaci con la quale è stata confrontata, è stato utilizzato il metodo di micro-diluizione in brodo, il quale può essere considerato il metodo di scelta se si prevede di ottenere indicazioni sull’iniziale variazione dell’attività dei farmaci. Su tali indicazioni certamente dovrebbero, infatti, essere attuate azioni di controllo che potrebbero essere di ausilio nel contenimento delle resistenze permettendo di limitarne la diffusione.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Carcione |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Tecniche di laboratorio biomedico |
Relatore: | Anna Giammanco |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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