Schemi di regolamentazione del trasporto aereo e problematiche concorrenziali
Il processo di apertura al mercato del trasporto aereo presenta ancora oggi molteplici criticità che evidenziano la presenza di una liberalizzazione compiuta solo “a metà”, riconducibile alla presenza di alcuni elementi di carattere strutturale e regolamentare che hanno continuato a sopravvivere nonostante la liberalizzazione, ma anche ad altre barriere di natura strategica, create dagli incumbents all’indomani dell’inizio del processo di liberalizzazione allo scopo di mantenere la propria posizione sul mercato. Se l’attenzione si focalizza, poi, sulle infrastrutture aeroportuali, le criticità che emergono, soprattutto in ambito domestico, appaiono tutt’altro che irrilevanti. La tesi in oggetto consta di quattro capitoli. Il primo illustra il processo di liberalizzazione del trasporto aereo, la stretta regolamentazione che ha caratterizzato buona parte del secolo scorso e il recupero dei meccanismi di libero mercato cui si è assistito nel corso degli ultimi decenni fino ad arrivare al recente accordo “Open Sky”. Il secondo capitolo si concentra sull’ analisi dell’assetto competitivo del settore oggetto di studio. Si parte da una rapida rassegna degli aspetti salienti del modello organizzativo dei vettori tradizionali e dei vettori low cost. Si mostra come il ricorso al modello hub and spoke da parte dei vettori tradizionali abbia influito in maniera consistente sugli assetti concorrenziali e abbia condotto all’affermazione dei vettori low cost che hanno preferito focalizzarsi sull’alternativo modello point to point. Successivamente, si tenta di dimostrare come, nonostante la forte pressione concorrenziale esercitata dalle low cost, l’affermazione di un pieno paradigma concorrenziale risulti essere in concreto ancora ostacolata da molteplici fattori: la contenuta disponibilità di slot aeroportuali (e la discutibile modalità di assegnazione degli stessi), la continua applicazione di accordi bilaterali nella gestione del traffico aereo, l’utilizzo dei FFP, le problematiche connesse ai CRS e agli accordi di code sharing, l’erogazione degli aiuti di stato nei confronti delle compagnie aeree di bandiera, l’implicita restrittività delle alleanze strategiche, riducono la possibilità di ingresso di nuovi operatori e indirizzano i mercati verso un assetto oligopolistico. Il terzo capitolo propone un’analisi delle politiche tariffarie dei vettori tradizionali e dei vettori low cost. L’osservazione di partenza è che le compagnie aeree ricorrono alla discriminazione del prezzo al fine di massimizzare la propria redditività, facendo leva sulle differenti caratteristiche dei diversi segmenti di domanda. Si cerca, quindi, di comprendere il motivo per cui su uno stesso volo servito dal medesimo vettore risulta possibile pagare tariffe estremamente eterogenee tra loro, per poi mostrare come molti vettori abbiano sfruttato la complessità intrinseca del prezzo del servizio del trasporto aereo per ridurne la significatività quale strumento volto ad orientare le preferenze dei consumatori, rendendo quasi impossibile per il passeggero percepire l’entità affettiva dell’esborso necessario per usufruire del servizio e deviando le scelte dello stesso attraverso la proposta di tariffe scomposte in due parti. Viene delineato, quindi, l’approccio adottato dall’Autorità nei confronti della suddetta opacità tariffaria. Successivamente l’attenzione si focalizza sull’efficacia dell’yield management quale tecnica volta a consentire ad una compagnia aerea di impostare una politica tariffaria di successo. Si parte dalle origini dell’YM nel settore del trasporto aereo a seguito della deregulation, quando l’abbattimento delle barriere alla concorrenza e la rimozione dei controlli sulle tariffe provocarono l’ingresso di numerose nuove compagnie e l’esigenza per i grandi vettori di individuare una tecnica che consentisse di incrementare i propri ricavi, intervenendo sia sul load factor che sul prezzo. Vengono delineati, successivamente, la ratio dell’YM, gli aspetti funzionali dello stesso e il diverso ruolo svolto nel caso dei vettori tradizionali e low cost. Il quarto capitolo, infine, si focalizza sulle infrastrutture aeroportuali: la considerazione di partenza è che gli aeroporti sono caratterizzati dalla presenza di pronunciati elementi di monopolio naturale che hanno storicamente comportato l’affidamento della gestione degli stessi ad un unico concessionario, di norma coincidente con enti pubblici. Tali circostanze hanno reso, dunque, indispensabile interventi di regolamentazione volti a prevenire forme di abuso di posizione dominante da parte dei gestori. Si porrà, quindi, particolare attenzione sulle problematiche che allo stato attuale si presentano per l’accesso al mercato della gestione aeroportuale e per l’accesso all’infrastruttura aeroportuale stessa.
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Informazioni tesi
Autore: | Immacolata Lama |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | LUISS Guido Carli |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze economico-aziendali |
Relatore: | Alessandro Sarra |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 141 |
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