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La ''manutenzione'' del libro delle leggi: il drafting e gli altri strumenti

L' argomento trattato in questa tesi: il drafting, le tecniche redazionali dei testi legislativi, campo nel quale l’accortezza non basta mai. Infatti, la domanda che, in filigrana, attraversa tutta la seguente analisi giuridica è “non sarebbe preferibile far di meno, con più tranquillità, in modo da guadagnarne sul terreno qualitativo?”.Questa preoccupazione rappresenta l’anima del lavoro che, in linea generale, parte dalla descrizione di una situazione problematica, individua le strategie usate, per risolvere i problemi esistenti, e analizza i risultati ottenuti.In particolare, il presente studio è articolato in sei capitoli, con la prospettiva di affrontare un problema che, se sottovalutato e trascurato, può divenire il problema tra i problemi giuridici: se del diritto non si può fruire perché gli strumenti a disposizione sono incomprensibili, cosa può bloccare la strada verso l’arbitrio e, quindi, il caos? Non si tratta di esagerazioni millenaristiche ma della consapevolezza che, nel momento in cui, persino, gli operatori giuridici più abili mancano di risposte certe, i brocardi - ignorantia legis non excusat e iura novit curia - vadano rivisti e corretti.Il primo capitolo si apre con una analisi del “cattivo stato di salute” dell’ordinamento giuridico italiano. Si offre una rassegna dei vizi strutturali delle leggi, dei vizi contenutistici, e dell’effetto domino di ciò sull’ attività del potere giudiziario. E’ presente, proseguendo, una spiegazione dei motivi che hanno spinto, sul finire del 2004, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi a criticare la proposta iniziale di riforma dell’ordinamento giudiziario, con osservazioni, proprio, in tema di drafting, ovvero di tecniche redazionali degli atti normativi. In collegamento a questo, è proposta una riflessione sulla legittimità costituzionale di leggi siffatte e un identikit delle “leggi ideali”, cioè semplici, generali, stabili, poco numerose, insomma, chiare e certe.L’anima del secondo capitolo è, decisamente, pragmatica, finalizzata, cioè, a rispondere al quesito “cosa fare difronte a questi problemi?”. Si spiega, in partenza, come prendersi cura dell’ordinamento giuridico, come portare avanti quella che Alessandro Pizzorusso ha definito l’opera di “manutenzione del libro delle leggi”. Sono, perciò, segnalati, gli strumenti ad hoc di cui fruire, durante l’iter di formazione di un atto normativo (dai pareri delle commissioni agli emendamenti) e dopo la sua creazione (dagli strumenti di coordinamento e consolidamento ai sistemi di divulgazione). Dignità di menzione separata spetta al Comitato per la legislazione, organo della Camera nato di recente, ma con grandi potenzialità nella gestione dei problemi di drafting e, per questo, protagonista del terzo capitolo.Come segnalato appena sopra, l’opera del Comitato per la legislazione, nel suo quarto turno di presidenza (dal 25/12/2003 al 24/10/2005), è descritta nel terzo capitolo. Si dà conto della ordinaria attività consultiva svolta (criteri usati, seguito dei pareri, tipi di atti sottoposti al suo esame…) e di alcuni momenti di collaborazione interistituzionale di più ampio respiro (di cui il rapporto annuale sullo stato della legislazione è segno tangibile). Una sinergia con le commissioni parlamentari e un equilibrio più stabile nei rapporti col Senato sono, infine, l’auspicio proposto.Il quarto capitolo ha una carattere “perspicace”, visto che si occupa della traduzione dei testi legislativi in numerosi futuri provvedimenti amministrativi. La cura nella redazione dei testi legislativi, infatti, non è fine a se stessa, ma fondata sulla consapevolezza che le leggi sono la base per atti amministrativi, incidenti sulla vita di ognuno. Si sottolinea, quindi, che il drafting legislativo e amministrativo devono andare in tandem e si offrono proposte di riscrittura di testi amministrativi poco chiari.Quanto possano essere d’aiuto i supporti informatici, nella risoluzione di problemi giuridici, è fatto palese nel quinto capitolo, in cui si descrivono due tecniche complementari: l’informatica giuridica documentale e l’uso di sistemi esperti. La prima permette agli operatori di gestire, tramite interrogazioni al calcolatore, documenti di interesse giuridico, mentre i sistemi esperti, con domande rivolte all’utente, forniscono informazioni man mano che ricevono risposte. Grazie ai sistemi esperti le tecniche redazionali possono migliorare, con la consapevolezza, però, che l’impegno e lo studio “umano” sono imprescindibili.Il capitolo sesto getta uno sguardo all’orizzonte europeo, in questa materia, scoprendo comunanza di intenti, data la presenza dei medesimi problemi. In Europa, però, il quadro è reso, ancor, più complicato dalla presenza di testi in lingue diverse e dalle abrogazioni tacite e sovrapposizioni parziali delle fattispecie regolate, visto il ritmo vorticoso nella produzione giuridica. E’ fatta presente, in conclusione del capitolo, l’utilità del preambolo degli atti europei.

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INTRODUZIONE Nella risoluzione delle equazioni algebriche e di altri calcoli matematici gli studenti sono, di solito, incoraggiati a “saltare i passaggi”, cioè ad accorpare più operazioni, senza trascriverle sulla carta. Questo è, senza ombra di dubbio, un bene? Nessuno nega che sia importante la velocità nell’affrontare i problemi, ma è opportuno chiedersi se la foga vada a detrimento della qualità dei risultati, se l’abitudine di fare troppo, senza ponderare, in ogni campo del sapere vada accolta senza riserve. Tale riflessione, tratta dall’esperienza scolastica, ha avuto peso nella scelta dell’argomento trattato in questa tesi: il drafting, le tecniche redazionali dei testi legislativi, campo nel quale l’accortezza non basta mai. Infatti, la domanda che, in filigrana, attraversa tutta la seguente analisi giuridica è “non sarebbe preferibile far di meno, con più tranquillità, in modo da guadagnarne sul terreno qualitativo?”. Questa preoccupazione rappresenta l’anima del lavoro che, in linea generale, parte dalla descrizione di una situazione problematica, individua le strategie usate, per risolvere i problemi esistenti, e analizza i risultati ottenuti. In particolare, il presente studio è articolato in sei capitoli, con la prospettiva di affrontare un problema che, se sottovalutato e trascurato, può divenire (a patto che già non lo sia…) il problema tra i problemi giuridici: se del diritto non si può fruire perché gli strumenti a disposizione sono incomprensibili, cosa può bloccare la strada verso l’arbitrio e, quindi, il caos? Non si tratta di esagerazioni millenaristiche ma della consapevolezza che, nel momento in cui, persino, gli operatori giuridici più abili mancano di risposte certe, i brocardi - ignorantia legis non excusat e iura novit curia - vadano rivisti e corretti. Il primo capitolo si apre con una analisi del “cattivo stato di salute” dell’ordinamento giuridico italiano. Si offre una rassegna dei vizi strutturali delle leggi, cioè attinenti alla loro conformazione grafica dispersiva, dei vizi 7

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Informazioni tesi

  Autore: Ilaria Da Prato
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Virginia Messerini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 136

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