I Toubou del Ciad, "razza fossile vivente": valutazioni sul turismo etnologico esistente e potenziale
Viaggiare ha sempre presupposto una profonda apertura mentale, una forte sete di conoscenza e un’illimitata disponibilità al confronto, sociale e non. Eppure molti stereotipi circolano anche tra turisti dromomaniaci, curiosi esploratori ed esperte guide turistiche. Le persone che si sono avventurate nelle zone abitate dai Toubou sono ancora molto poche (anche se recentemente questo gruppo etnico è soggetto all’attenzione di un numero sempre più nutrito di studiosi) e già tra loro si può osservare la radicata diffusione di rigidi cliché. L’indisciplina, l’individualismo e l’anarchia dei Toubou sono stati a tal punto estremizzati dai primi esploratori dell’Ottocento che per lungo tempo nessuno ha voluto approfondire la conoscenza dei loro usi e costumi. Il fatto poi che i Tuareg godessero di una reputazione nettamente più positiva, perché studiati fin da tempi più remoti e idealizzati come nobili cavalieri, ha accentuato maggiormente l'impopolarità dei Toubou. Altri motivi (la scarsa conoscenza dell'arabo e la mancanza di capi, per esempio) hanno amplificato questa concezione già estremamente negativa. Le opere degli etnologi del Novecento, quali Charles e Marguerite Le Cœur, Jean Chapelle e Catherine Baroin, non sono riuscite a sfatare questa credenza.
Il problema di fondo, quindi, non è tanto quello di aver considerato casi particolari come fatti generali, che è la questione che si deve affrontare quando ci si trova di fronte a delle idées reçues: se si vuole cercare di capire la mentalità di questi nomadi sahariani, è fondamentale fare tabula rasa del nostro complesso di opinioni e di rappresentazioni collettive derivato dall’esperienza occidentale. Dobbiamo per un attimo dimenticarci del nostro modo di vedere le cose, di interpretare la realtà, di ragionare. Eliminare dal nostro pensiero tutti quei luoghi comuni, che altrimenti prenderemmo per dati di fatto. E’ necessario cercare di pensare come un Toubou per apprezzare la singolarità dell’etnia in questione, ma anche per capire meglio il suo rapporto con un territorio ostile, seppur ricco di fascino.
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Scalini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo |
Corso: | Scienze Turistiche |
Relatore: | Giovanna Rocca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 127 |
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