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La legge Carcano sul lavoro delle donne e dei fanciulli
Il Parlamento approva una nuova legge (nota come legge Carcano, dal nome del ministro presentatore) tendente a regolare in maniera unitaria il lavoro delle donne e dei fanciulli. Si giunge all'approvazione di questa legge anche grazie ai grandi industriali soprattutto cotonieri, i quali hanno capito che per sconfiggere la concorrenza dei piccoli produttori (la cui forza sta nella speculazione a danno delle donne e dei fanciulli) occorre preservare il lavoro degli operai, attraverso una regolamentazione di tutela.
La legge 19 giugno 1902, n. 242, ad imitazione di precedenti esperienze straniere, vieta alle donne di qualsiasi età i lavori sotterranei per ragioni morali e sociali; proibisce l'impiego delle donne minorenni nei lavori pericolosi e insalubri determinati con decreto reale. Per le donne minorenni è prescritto l'obbligo di un libretto e di un certificato medico, per essere ammesse al lavoro; inoltre chiunque abbia alle proprie dipendenze donne di qualsiasi età, è tenuto a farne in ogni modo regolare denuncia. Si limita a dodici ore giornaliere l'orario massimo di lavoro per la manodopera femminile, prescrivendosi altresì un intervallo di due ore alle donne di qualsiasi età. Secondo la nuova normativa, solo le donne minorenni non possono lavorare di notte.
Nelle fabbriche in cui lavorano almeno 50 operaie è obbligatoria l'istituzione di una camera d'allattamento, e comunque deve essere consentito l'allattamento sia nella camera annessa allo stabilimento, sia permettendo alle nutrici di uscire dalla fabbrica nei modi e nelle ore stabilite dal regolamento interno.
Ma la Legge 242/1902 riveste un'importanza notevole per aver introdotto il "congedo di maternità" di un mese dopo il parto, riducibile eccezionalmente a tre settimane. Durante il periodo di riposo post - partum, però, alla lavoratrice non è assicurata alcuna retribuzione, né tanto meno è garantita la conservazione del posto di lavoro.
Questa legge, che pure nasce da un'esigenza fortissima e dal bisogno di risolvere in parte i numerosi problemi nati dall'occupazione femminile nell'industria, presenta dei difetti tali da farla apparire del tutto misera, se non addirittura ingiusta. Essa offre una scarsa tutela alle donne, in quanto non tiene conto del lungo periodo di gravidanza, in cui la madre e il bambino sono esposti a numerosi pericoli, proprio a causa del lavoro, della fatica, e delle sostanze tossiche di lavorazione.
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