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L'accordo di Belgrado
Viene raggiunto l'accordo di Belgrado in merito alla questione di Trieste. La regione Venezia Giulia, nei suoi confini del 1939 con le quattro province di Trieste, Gorizia, Pola e Fiume, è divisa in due zone di occupazione e amministrazione: una, la zona A, deve passare sotto il comando alleato e comprende una striscia di territorio formata dalla riva destra dell'Isonzo fino a Gorizia e dall'entroterra di Duino e Trieste fino alle porte di Codibil e Punta Grossa, nonché Pola e gli ancoraggi sulla costa occidentale dell'Istria; l'altra, la zona B, rimane affidata alla Jugoslavia e comprende tutto il restante territorio della regione.
La Jugoslavia tuttavia ottiene anche il diritto di far restare nella zona A, concentrato nell'entroterra di Duino dal quale non può sconfinare, un contingente di duemila uomini, amministrati però dagli alleati. Inoltre i deportati e gli arrestati nei quaranta giorni di amministrazione titina devono essere rilasciati e i beni confiscati essere restituiti.
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