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Il Rapporto Mazza
In un lungo rapporto sulla situazione di Milano al ministro degli interni Restivo, il prefetto Libero Mazza scrive: «Altro gruppo di esclusiva cittadinanza milanese è il "Collettivo politico metropolitano". È sorto nel dicembre 1969 per iniziativa di alcuni appartenenti a gruppi della sinistra extraparlamentare, con lo scopo di costituire un organismo di militanti attivi di base, capaci di impegnarsi fuori dei sindacati e dei partiti, in un lavoro politicamente omogeneo all'interno di situazioni sociali e nel più generale tessuto metropolitano, esercitando un'azione dialettica che pretende di contribuire alla crescita politica delle masse, all'autonomia delle specifiche lotte sociali e settoriali ed alla loro trasformazione in lotta sociale generalizzata. Il gruppo conta pochissimi aderenti e nel gennaio 1970 ha pubblicato un opuscolo di propaganda dal titolo "Collettivo". I suoi principali esponenti sono Renato Curcio studente universitario, Corrado Simioni impiegato da Mondatori e Franco Troiano impiegato alla Siemens, rispetto alle organizzazioni politico-sindacali di tipo tradizionale, il movimento ha recentemente annunciato la formazione di nuclei, denominati "Brigate rosse", da inserire nelle fabbriche».
Il fascicolo ha per titolo: Situazione dell'ordine pubblico relativamente a formazioni estremiste extraparlamentari, ma passa alla cronaca e poi alla storia più semplicemente come Rapporto Mazza, dal nome del suo autore che per mesi e mesi verrà criticato come allarmista e peggio dai comunisti e da alcune correnti socialiste.
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