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Buffarini-Guidi sottopone al Re i provvedimenti razziali
Il sottosegretario Buffarini-Guidi è inviato da Mussolini a San Rossore, dove si trova il re, per conferire con lui intorno ai primi provvedimenti razziali. Questi ne ottiene facilmente l'assenso, una volta informatolo su come il Duce intenda impostare la politica antisemita, dietro l'assicurazione che gli ebrei «benemeriti» della patria non subiranno la sorte di tutti gli altri. Come riferisce al Duce lo stesso Buffarini-Guidi, «Il Re [...] mentre si esprimeva in termini pienamente favorevoli circa i provvedimenti adottati nei confronti degli ebrei di nazionalità straniera, avanzava riserve a proposito delle decisioni adottate contro gli ebrei di nazionalità italiana. [...] Feci immediatamente presente al Re quanto Voi mi avevate ordinato di comunicare e cioè che per gli ebrei di nazionalità italiana sarebbero state fatte precise discriminazioni, attraverso le quali varie categorie (decorati al valore, volontari, mutilati di una delle ultime quattro guerre, minorati per la causa fascista...) avrebbero avuto il riconoscimento delle loro benemerenze. Il Re allora si tranquillizzava completamente e diceva testualmente: "Sono veramente lieto che il Presidente intenda procedere a queste distinzioni, riconoscendo i meriti di quegli ebrei che si sono distinti per l'attaccamento alla Patria" ed aggiungeva: "Ero sicuro che la grande sensibilità, la profonda intuizione e la larga generosità del Presidente avrebbero determinato una tale linea di condotta"».
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