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INTRODUZIONE: BIOGRAFIE A CONFRONTO
La tesi che mi accingo a scrivere non ha la pretesa di essere un’ esauriente raccolta di
tutto ciò che può essere stato scritto in merito a Prokofiev e Jolivet. Obiettivo della mia
ricerca è offrire ai flautisti che si accostano a due delle più importanti opere del
repertorio, uno strumento che li aiuti a comprendere Il contesto storico - culturale e
possibilmente emotivo in cui Prokofiev e Jolivet hanno vissuto e prodotto le loro
composizioni. Mi piacerebbe scoprire quali possono essere stati i vari stati d’animo che
hanno portato i due compositori a scrivere questi fantastici brani che oggi abbiamo la
fortuna di poter ascoltare o suonare, ma dato che tutto questo può essere determinato
soltanto in superficie, mi limiterò a presentare il materiale per me più significativo con
l' atteggiamento tipico del ricercatore spinto dalla curiosità. Nel primo capitolo vi sono
informazioni sulla vita dei compositori, vissuti nello stesso periodo storico, nel secondo
capitolo alcuni commenti e analisi dei brani scelti ed infine nel terzo vi sono alcune
riflessioni che interessano la didattica e più precisamente alcuni esercizi e
suggerimenti tecnici per aiutare lo studio e migliorare l’esecuzione.
La scelta del materiale utile alla mia ricerca è stata sofferta, dal momento che per saper
leggere nella vita di un compositore nessun particolare è trascurabile. Permettersi di
giudicare un fatto più importante dell’altro è compito degli storici, dei musicologi e dei
biografi. In quanto flautista, la mia ricerca è finalizzata maggiormente a quegli aspetti
che ritengo più interessanti per un flautista che intenda, con il proprio strumento,
restituire lo spirito della musica di questi importanti compositori
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CAPITOLO I: PROKOFIEV E JOLIVET
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BIOGRAFIA E OPERE DI PROKOVIEF
Serghej Serghejevic Prokofiev nacque a Sonzovka il 23 aprile del 1891, un piccolo
paesino rurale dell’ Ucraina, che faceva parte dell'Impero Russo. Suo padre Serghej
Alekseevich Prokofiev era un ingegnere agrario, sua madre Maria Grigoryevna
Prokofieva (nata Zhitkova), donna colta con un acuto senso musicale abbinato a un
certo talento pianistico, ebbe un'influenza determinante sulla formazione musicale del
giovane Serghej.
Chiesa del villaggio Sonzovka, Ucraina
In questi anni la Russia è in balìa della dispotica autorità di Alessandro III.
Prokofiev trascorse i suoi primi tredici anni a Sonzovka vivendo nella grande villa della
proprietà agricola dove il padre faceva il fattore. Serghej fu un bambino precocissimo,
anche se non un prodigio del livello di Mozart. La madre gli insegnò a suonare il piano
e già alla età di cinque anni aveva scritto la sua prima composizione - una melodia
intitolata Indian Galop, di cui oggi rimangono solo dei frammenti. Le prime
composizioni pianistiche di Prokofiev rivelarono una profonda comprensione delle
forme musicali classiche con una capacità di inserire accenni di quelle innovazioni
armoniche e ritmiche che caratterizzeranno più tardi il suo stile. Come egli dichiara
nella sua autobiografia, fu sua madre ad alimentare la sua abilità pianistica senza mai
imporgli forzatamente lo studio.
“…Mia madre dedicò molte cure alla mia educazione musicale. Ella pensava che si
dovesse stimolare l’interesse del bambino e non avvilirlo con noiosi esercizi….”,
“…Mentre mi addestrava con il metodo Strobel e Don Ark, mi permise di suonare una
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quantità di composizioni e di discuterle insieme, incoraggiandomi a dire quello che
gradivo o meno….”
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La maggior parte degli sforzi educativi paterni invece si concentrava su materie non
musicali quali la matematica e le scienze. Grande era la predilezione del giovane
Prokofiev per il gioco degli scacchi, tanto da imparare da solo le regole del gioco alla
età di sette anni. Come la musica, gli scacchi furono una passione che gli rimase per
tutta la vita. Nel 1900 avvenne un fatto eccezionale per la sua vita quotidiana: con la
famiglia egli si recò a Mosca a vedere per la prima volta a un’opera lirica: il Faust di
Gounod, rappresentato al teatro Solodovnikov, oggi distrutto. Una volta ritornato a
Sonzovka, Prokofiev decise di scrivere un’opera lirica, nacque così Il gigante (1900),
Sulle isole deserte (1901) e Il festino durante la peste (1903).
Nel dicembre del 1901, la famiglia Prokofiev si recò a Pietroburgo e a Mosca. Con
questo viaggio volevano far vedere al piccolo Serghej altri capolavori operistici come
la Carmen e la Traviata. Desideravano anche, tra le altre cose, cercare un bravo
insegnante che potesse seguire il piccolo Prokofiev nella sua educazione musicale. Fu
così che attraverso amici comuni vennero a conoscere Serghej Ivanovic Taneev, un
professore al Conservatorio di Mosca, ma anche uno dei più rinomati compositori russi
di quel periodo, il quale a più riprese seguì la formazione di Prokofiev; ma fu Reinhold
Moricevic Glier il professore che lo seguì da vicino e che per primo lo introdusse alla
conoscenza della musica dei grandi maestri del classicismo e del romanticismo:
Beethoven, Schubert, Schumann. Nel 1903 i genitori di Prokofiev si separarono a
causa di un dissenso sul futuro del figlio; il padre era contrario a far diventare suo figlio
un vero musicista, la madre invece lo voleva far entrare al Conservatorio. Madre e
figlio così si trasferiscono a Mosca. Nel settembre dell’anno seguente Prokofiev venne
ammesso all’unanimità nella classe di armonia di Anatolij Ljadov al Conservatorio di
Pietroburgo, ma l’entusiasmo del risultato ben presto si spense, come Prokofiev stesso
ricorda:
“…Fui iscritto nella classe di armonia di Ljadov…La mia luna di miele con il
Conservatorio terminò qui. Il resto fu una profonda delusione. Le lezioni di armonia di
Ljadov erano pesanti al massimo, egli stesso scoraggiante, senza il benché minimo
interesse per le aspirazioni creative dei suoi allievi…Così ricaddi nell’indifferenza
dell’armonia….”
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Cfr. Vincenzo Buttino, Invito all’ascolto di Prokofiev, Milano, Mursia editore, 2000, p. 26
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Cfr. Vincenzo Buttino, Invito all’ascolto di Prokofiev, Milano, Mursia editore, 2000, p. 33
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Gli anni che seguirono furono gli anni bui della prima rivoluzione russa, che portò
sconvolgimenti anche nel Conservatorio. Una volta finita la rivoluzione e ristabilito
l’ordine, anche nel Conservatorio si riprese a far lezione, e Prokofiev cominciò a
studiare seguendo i corsi di pianoforte del maestro Winckler, di contrappunto con
Ljadov e d’orchestrazione con Rimskij-Korsakov. Tuttavia quest’ultimo non vedeva di
buon occhio il nostro compositore, perché Prokofiev consapevole delle proprie doti,
teneva con tutti un atteggiamento sfrontato e arrogante. Gli anni del Conservatorio
furono poi segnate da una grande amicizia: quella con Nikolaj Jakovlevic Mjaskovsky,
di dieci anni più grande di Prokofiev, destinato a diventare uno dei più importanti
sinfonisti russi.
In questi anni Prokofiev scopre anche in Skrjabin uno dei massimi innovatori della
musica di quel periodo, e fa una più profonda conoscenza dei compositori che a lui
interessavano maggiormente, Beethoven, Schumann e Wagner, la cui tecnica del
leitmotiv lo affascinava molto. Dal 1907 in poi cominciò a scrivere opere per
pianoforte con titoli programmatici.
Un anno dopo Prokofiev debuttò come pianista e compositore alle Serate di musica
contemporanea, manifestazioni grazie alle quali in Russia penetravano anche
composizioni di musicisti francesi come Debussy o Roussel. Nel 1909 finì gli studi di
composizione al Conservatorio e subito dopo iniziò il corso di direzione d’orchestra del
maestro Cerepnin, figura carismatica che lo affascinò e lo influenzò moltissimo.
Cerepnin, oltre che a disprezzare gli accademisti, era anche un fervente sostenitore
dell’estetica impressionista francese e delle conquiste armoniche di Skrjabin e indirizzò
Prokofiev sulla strada del simbolismo
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musicale diffusosi largamente in quegli anni. Le
prime composizioni simboliste e impressioniste di Prokofiev furono Sogni op 6, Poemi
op7, Schizzo autunnale op8, e due Melodie op9 su poesie di Balmony e Apukhtin.
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simbolismo: il simbolismo è un movimento letterario e artistico sorto in Francia per iniziativa di Jean Moréas,
che ne pubblicò il manifesto su "Le Figaro" del 18 settembre del 1886, lo stesso anno della pubblicazione della rivista "Le
Decadent". I simbolisti pubblicarono numerose riviste, tra le quali spiccano le diverse riviste da cui il verbo simbolista si
diffuse: Le Symboliste, La Plume, Le Mercure de France, la Revue blanche.Il simbolismo prende lo spunto da una della più
celebri poesie di Baudelaire, «Correspondences» (corrispondenze), in cui il poeta francese scrive che tutte le cose hanno
tra di loro un legame misterioso, per cui spesso una ne richiama l'altra, come un profumo o un colore o una musica
richiamano ricordi e tempi lontani. I simbolisti cercano le affinità segrete nelle apparenze sensibili, per cogliere idee
primordiali; essa intende il linguaggio della realtà profonda , il messaggio segreto della natura, l'essenza. L'arte è l'unico
valore e la vita per potersi realizzare deve risolversi in arte. Il simbolismo poi dal mondo letterario si è diffuso anche nel
mondo della pittura con pittori come Pierre Puvis de Chavannes, Gustave Moreau e Odilon Redon, che facevano uso di
colori brillanti e linee fortemente espressive per rappresentare visioni oniriche di notevole emotività, a volte tendenti al
macabro, ispirate a soggetti letterari, religiosi o mitologici ein seguito anche nel mondo della scultura e della musica
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Nel 1910 il nostro compositore per la prima volta fu toccato veramente dal dolore; morì
suo padre. Gli anni che seguirono a questo evento tragico furono anni di scandalo e di
avvenimenti importanti. Più volte il giovane Prokofiev si trovò a esibirsi in pubblico
con le sue composizioni, più volte si trovò osteggiato dalla critica, perché inizialmente
la sua musica era troppo avanzata e cacofonica per le morbide orecchie del pubblico e
dei critici abituati a Tchaikovski e Mendelssohn. Tra i suoi nemici si annoverava anche
Leonid Sabaneev, uno dei più temuti critici russi, che si espresse in modo totalmente
aspro contro Prokofiev:
“…Mi sembra uno sbaglio dare tanta attenzione a questo giovane inesperto…” “…egli
vuole disperatamente diventare un modernista, anche se il modernismo non gli si
addice affatto…”
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Dopo le aspre critiche di Sabaneev, Prokofiev cercò di comporre in modo più
dissonante possibile e si allontanò dalla musica simbolista ed espressionista. Tuttavia
egli non abbandonò mai queste due estetiche, anche quando, per affermarsi come
compositore di successo, dovette dedicarsi assiduamente alla ricerca di un linguaggio
armonico che fosse capace di superare per modernità tutti gli altri compositori di quel
periodo. Frutto di questo periodo fu Maddalena
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, un opera di un unico atto, rimasto a
lungo sconosciuto ai critici e ai musicologi, il Concerto op. 10
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per pianoforte e
orchestra e i Sarcasmi op.17.
Nel 1913 Prokofiev incontra Debussy, il quale elogia gli Studi op.2 e Leggenda op. 12
del nostro compositore russo. L’anno dopo Prokofiev finì gli studi di pianoforte e di
direzione d’orchestra al Conservatorio di Pietroburgo e partì alla volta di Londra, dove
fece la proficua conoscenza di Djaghilev. Grazie a questo incontro nacque il primo
balletto Ala e Lolly
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Scoppiata la prima guerra mondiale, il compositore venne riformato perché figlio unico
di una vedova. In questo periodo ebbe l’occasione di fare un viaggio in Italia dove
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Cfr. Vincenzo Buttino, Invito all’ascolto di Prokofiev, Milano, Mursia editore, 2000, pp. 45, 46
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Maddalena, fu composta rapidamente nell’estate del 1911, quando Prokofiev frequentava ancora il
corso di composizione al Conservatorio di Pietroburgo. L’azione è ambientata nella Venezia del XV secolo,
abbonda di conflitti, amori, tradimenti, e assassini. Maddalena, protagonista che alla fine riesce a far uccidere
marito ed amante, si inserisce nel filone di opere ispirate al concetto di donna fatale e crudele elaborato dalla
filosofia decadentista del Dandismo inglese.
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Il Concerto op. 10 in un solo movimento è suddiviso in Allegro brioso-meno mosso- Tempo primo-
Andante assai- Allegro scherzando fu terminato nel gennaio del 1912. Fu definito da Sebaneev cacofonia.
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Ala e Lolly viene chiamata anche la Suite scita, in quattro parti: L’adorazione di Veles e di Ala- il dio
nemico e la danza degli spiriti neri-La notte-La gloriosa partenza di Lolly e il corteo del Sole, è un esempio del
primitivismo russo di Prokofiev. La trama di questa Suite è un tema proprio del paganesimo slavo:il culto della
luce e la glorificazione del sole. Per il suo carattere primitivo e dissonante i critici paragonano questo brano a
La sagra della primavera di Stravinsky.